Il progetto: macchine fotografiche in mano ai bambini di Paesi in via di sviluppo, nei luoghi delle opere 8xmille. L'esito è un vibrante ritratto collettivo dell'infanzia in quattro continenti. Un mondo fragile, dalle grandi speranze. Rivelato in 200 scatti da esposizione.
Ci sono bambini che non hanno mai bevuto una bibita commerciale, che non possiedono videogiochi, che vivono in posti lontani e conoscono solo una realtà totalmente diversa dalla nostra. A questi bambini è stata data per la prima volta una macchina fotografica usa e getta, con il compito di raccontare il mondo dalla loro prospettiva. Piccoli fotografi in erba, dai 5 ai 14 anni, che hanno superato ogni aspettativa ritraendo i luoghi dove vivono: le isole Trobriand in Papua Nuova Guinea, le montagne Nuba in Sudan, lAmazzonia degli indios Yanomami, la valle del Mustang in Nepal.
Dei 10mila scatti realizzati ne sono stati selezionati circa 200 e così è nataCon gli occhi di un bambino, la mostra promossa dal Servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa, allestita fino al 26 aprile a Venezia, nel museo diocesano di SantApollonia, a pochi passi da piazza San Marco. Numerosi visitatori di ogni età sono rimasti stupiti dalla spontaneità degli scatti. Il progetto è nato circa quattro anni fa durante la realizzazione di alcuni spot 8xmille diretti dal regista Stefano Palombi. Lintuizione è stata far raccontare ai bambini le opere realizzate attraverso le firme degli italiani.
Le quattro località sono state scelte tra gli oltre 10mila progetti realizzati in questi anni dall8xmille nei Paesi in via di sviluppo, perché rappresentative dei quattro continenti e perché luoghi ancora incontaminati. «In posti più progrediti o semplicemente dove arriva la tv» spiega Francesca Roncoroni, addetta alla comunicazione e promozione 8xmille «gli scatti sarebbero stati diversi».
Il primo test è partito in Sudan, sui Monti Nuba. Superata qualche perplessità iniziale, e dopo aver guardato a lungo dentro le macchinette senza scorgervi nulla, i bambini hanno subito accettato la missione.
Tra le montagne del Sudan meridionale, grazie alle firme, è stata realizzata una scuola frequentata da alunni provenienti anche da villaggi molto lontani, e ciò spiega lestrema diversità dei paesaggi ritratti dalle foto. Ma la straordinarietà degli scatti è nella loro spensieratezza, in quel senso di speranza che riescono a trasmettere dei bimbi cresciuti in un territorio fino a pochi anni fa dilaniato dalla guerra civile.
Incontenibile è esploso lentusiasmo quando i piccoli hanno potuto osservare le proprie foto. «Inizialmente erano un po increduli» racconta Francesca Roncoroni. «Toccavano le stampe, guardavano cosa ci fosse dietro, poi hanno iniziato a scherzarci su prendendosi in giro tra loro». Cambiano i continenti ed i paesaggi, ma lenergia dei bambini rimane la stessa, così come i loro sorrisi impressi su pellicola. In Nepal, nella valle del Mustang, luogo in cui con i fondi 8xmille è stata costruita la scuola di St.Mary, il paesaggio himalayano si presenta del tutto diverso rispetto a quello delle sperdute isole Trobriand, dove sono stati realizzati interventi di assistenza sanitaria, sociale e di formazione.
I soggetti nellobiettivo sono però gli stessi: scene di vita familiare, oggetti di uso quotidiano, amici e persino qualche autoritratto. Lunica differenza è che in Papua Nuova Guinea sono state messe a disposizione delle macchinette subacquee, che hanno permesso ai piccoli fotografi di sbizzarrirsi persino sottacqua. La totale spontaneità e confidenza dei soggetti rappresentati permettono poi ai bambini di raccontare le proprie comunità più accuratamente di chiunque altro.
In Brasile, ad esempio, le immagini dei piccoli Yanomami ritraggono un mondo che nessun fotografo sarebbe riuscito a catturare. Un mondo diverso a quello cui siamo abituati, ma soprattutto visto da una diversa angolazione: quella dei suoi piccoli abitanti.
In questo Con gli occhi di un bambino riflette limpegno dell8xmille nelle realtà più povere del pianeta. Unopera che guarda alle reali esigenze di chi aiuta e che arriva anche nei luoghi più remoti. Con progetti di promozione umana, che puntano su sanità ed istruzione, sempre a lungo termine e sempre a favore dei più deboli, come donne e bambini. Perché sono loro il futuro.