SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Don Alberto, una vita per la sua città

16 Febbraio 2021
Quanto ci mancherà don Alberto Dall’Orto. Da quando era diventato sacerdote a 24 anni fino alla sua scomparsa a 80, a Gallarate ha istruito almeno tre generazioni con il cinema e teatro. Prete accogliente e di profonda cultura ha lasciato il segno in curia di Milano, come insegnante nei licei e parroco del popolare quartiere dello Sciaré oltre la stazione. Da uomo di dialogo ha reso il cinema e il Teatro delle Arti punto di riferimento per l’intera provincia. Fin dagli anni ’60 tra gli universitari cattolici della Fuci, poi con gli scout, la sua priorità è stata istruire e radunare. Educava i giovani e ci ha aiutato a restare giovani attraverso le quasi 100 edizioni del suo cineforum. Con gli spettacoli dal palco di via Don Minzoni ha dialogato con i ‘lontani’, sostenuto dall’allora cardinale Martini. Grazie a lui a Gallarate arrivarono Vittorio Gassman, Mariangela Melato, Gigi Proietti, Giorgio Strehler, oltre al jazz di Chet Baker e Jerry Mulligan. In sala per discutere ospitò voci profetiche come don Tonino Bello.
A dirigere la scuola di danza del Centro della Gioventù chiamò Lucia Galli Galletti, prima ballerina della Scala: negli anni ‘80 contava oltre 400 allieve. Gallarate potrà ringraziarlo sempre per questo suo ‘oratorio’ speciale, dove non c’era solo il calcio.  Negli ultimi mesi, durante il lockdown , lui che non aveva nemmeno il cellulare ha trovato il modo di mandare un video per incoraggiare tutti nell’emergenza. Caro don Alberto, sei stato una guida e un amico, ci hai aiutato a capire il nostro tempo guardando sempre avanti, credevi alle coscienze preparate nella fede come nella lettura dei fatti. Al tuo funerale è stato detto “la cultura e la carità sono due sorelle che si prendono per mano”. Per la gente, come ha scritto un giornale, eri il prete in bicicletta: “appariva spesso solitario, in mezzo al buio, sulla via che dal centro di Gallarate portava verso la chiesa dello Sciarè. Nel buio risuonava allora il saluto di chi lo riconosceva al volo: ‘Buonasera don Alberto’, pronunciato da un ferroviere di ritorno a casa, da una giovane pallavolista in uscita dagli allenamenti, da un ex ragazzo di oratorio diretto al pub del quartiere. Gliene avranno rubate una cinquantina di bici, ma lui rimaneva fedele al mezzo. Forse perché dalla bici si vedono meglio le persone, si sentono i saluti”. Grazie don Alberto.  
Lettera Firmata Gallarate (Varese)

 

“SIGNORE, DONACI OPERAI PER LE MESSE”

Undici parole per accompagnare le vocazioni

Chi dona si fa compagno di viaggio non solo dei sacerdoti, ma anche dei seminaristi e dei nuovi ‘operai’ che il Signore chiamerà nella sua vigna. Quest’anno insieme all’Ufficio nazionale Cei per la pastorale delle vocazioni Sovvenire proporrà un itinerario attraverso 11 parole che danno consistenza alle scelte e se coltivate possono aiutare a riconoscere la chiamata alla vita religiosa. La prima parola è stata ‘Chiesa’ e in questo mese è ‘Sogno’. La Sacra Scrittura è fitta di sogni e visioni, in ascolto dello Spirito. Dall’Antico Testamento con Giuseppe figlio di Giacobbe deriso dai fratelli come ‘signore dei sogni’ fino al Vangelo, con Giuseppe, sposo di Maria, uomo giusto con gli stessi sogni di Dio. Sognate in grande – ripete ai giovani Papa Bergoglio – Non si tratta di seguire chimere senza radici, ma di imparare a distinguere i sogni del noi, che includono, condividono. Per restare grandi, senza diventare miraggi o deliri di onnipotenza, hanno bisogno di Dio. Ogni vocazione è una sorpresa più che un programma, che imprime alla vita dinamismo nuovo”. Come amava dire un giovane prete, don Giovanni Bertocchi (1975-2004), di cui è rimasta viva memoria in tanti oratori, “io sono un sogno di Dio”. R.C.

 

Grazie anche a...

Benedetta, Lorena della provincia di Varese, Michael di Bolzano, il fedele Gruppo donatori della parrocchia di Servigliano (Fermo), Daniele di Treviso, Maria Letizia, Alessio di Como, Elena di Taranto, Adele e Guido di Genova, Teresa e Cesare, Anna e Franco, Patrizia della provincia di Milano, Anna e Valter, Gianmario di Torino, Roberto di Firenze. Affidiamo alle preghiere dei sacerdoti tutti i donatori tornati alla casa del Padre, tra cui Anna Maria della provincia di Foggia, Gianni ricordato dalla moglie Nelly e dalla figlia, Maria Teresa e Celestina di Milano, Girolamo di Messina, Liliana di Roma.