SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

“Così insegniamo ai giovani a fare impresa”

Sono circa 200 i presbiteri impegnati nel Progetto Policoro, il piano nazionale Cei che con la formazione gratuita ha dato vita ad oltre 700 cooperative, creando nuova occupazione. Dal sociale al turismo. Per il Paese un formidabile contributo di fiducia e innovazione. Le nostre Offerte li sostengono
20 Maggio 2019
Testi di STEFANO NASSISI (SULMONA) / SABINA LEONETTI (MESSINA)/ DANIELA SCHERRER (CAMERINO)/ MARY VILLALOBOS (FOGGIA)/ GILBERTO TITO (PISTOIA) 

foto di AGENZIA ROMANO SICILIANI/ per gentile concessione CRISTIAN IANNARELLI (Sulmona)/ MARIANO GAZZARA (Messina)/ BE’ARS (Camerino)/ VA’ ZAPP (Foggia)/ KEEP UP (Pistoia)

 

SULMONA
L’uliveto ritrovato e lo chalet oggi impiegano gli ‘scartati’

“La mission che ci siamo dati è recuperare e reinserire nella società persone che hanno avuto problemi con la giustizia o con la droga”. Cristian Iannarelli, già animatore di comunità del Progetto Policoro in diocesi di Sulmona-Valva (cioè il referente dei giovani locali interessati ai corsi di formazione per imparare a fare impresa), è il fondatore a sua volta della cooperativa sociale Eccomi, nata nel 2014 a Popoli (Pescara). Primo passo: produrre olio recuperando  uliveti in Abruzzo e in Molise su terreni diocesani, o abbandonati, o dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, fondata da due sacerdoti, don Giovanni  Minozzi e don Giovanni Semeria.  “Ad aiutarci moralmente, logisticamente e anche nella vendita – racconta il giovane imprenditore – fu l’allora direttore della Caritas diocesana don Palmiero Amatangelo, oggi parroco a Santa Maria Maggiore, a Rocca Pia”.  Nel 2016 poi, con la gestione  del bar ristorante ‘Chalet Capopescara’, la cooperativa si ingrandisce tanto che il valore di produzione -secondo un monitoraggio UnionCamere per Policoro- cresce da 5.200 euro del 2014 a 37 mila. E la società ora cura anche la manutenzione del canile comunale e il verde pubblico. “Desideriamo evangelizzare e testimoniare che si può raggiungere la santità attraverso il lavoro. Tanti che ieri potevano considerarsi emarginati, oggi sono soci della cooperativa”  conclude Cristian. Per il vescovo mons. Michele Fusco il Progetto Policoro è il futuro: “Scommette su tre parole: giovani, Vangelo e lavoro. Così i ragazzi smettono di essere destinatari passivi di forme di assistenzialismo e diventano protagonisti della propria vita – spiega – Ci rende ‘Chiesa in uscita’, che annuncia un cambiamento positivo. Vorremmo creare una rete tra mondo laico e mondo cattolico per una nuova promozione umana. Riaccendere l’entusiasmo di giovani che pensano di emigrare o in persone con un passato pesante alle spalle, ex tossicodipendenti o ex detenuti, è il modo per farci loro prossimo e restituire fiducia. Nell’episodio dei discepoli di Emmaus, Gesù si fa compagno di viaggio: ascolta, condivide, chiarisce e riaccende nei cuori la speranza. Poi si siede a mensa con loro. Così ogni accompagnamento spirituale può trasformare la delusione in nuova opportunità. È una proposta di vita concreta, la stessa che sempre Gesù ha fatto a noi”. “Al centro c’è la persona” gli fa eco Francesco Maria Di Pietro, animatore di comunità. Come combattono la crisi? “Con la dottrina sociale della Chiesa, l’economia civile e principi etici forti”. E così vincono. https://it-it.facebook.com/chaletcapopescarapopoli/  S.N.

 

MESSINA
Archigiani: “pensa, progetta, produci”

Artigianato sostenibile dal design innovativo e riuso dei materiali nel segno della passione ecologica. Frutto di Policoro, Archigiani è nata nel 2013 in arcidiocesi di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela, con tre soci fondatori, Mariano Gazzara, Giacomo Venuto, Cristian Micalizzi. Fa incontrare artigiani, architetti e designer per firmare manufatti ecocompatibili. Poi tramite un concorso li indirizza ad aziende produttrici. Mobili, lampade, giocattoli sono in vendita anche nello shop on line. “I nostri arredi – spiega Mariano Gazzara, responsabile progettazione e design – favoriscono l’aggregazione della comunità e la rigenerazione urbana”. “La Chiesa – scandisce don Sergio Siracusano, direttore dell’ufficio di pastorale sociale e del lavoro – deve accompagnare i giovani ad acquisire competenze, a riscoprire talenti e vocazione. Con la Fiera della Idee (dal 2016) e i Laboratori di pastorale sociale diamo ai ragazzi gli strumenti per avviare imprese”. Poi c‘è Cantieri di LavOro di Next Economia, “una strategia di sviluppo per la nostra arcidiocesi. E lo Sportello del Centro servizi, aperto il martedì, per i giovani in cerca di un impiego. La nostra équipe diocesana progetta anche la formazione professionale negli oratori”. “Circa 30 le imprese nate dal 2012 – calcola Cristina D’Arrigo, animatrice di comunità – con 100 giovani e 7 associazioni di categoria nella filiera tecnica, tirocini con la Caritas e 24 borse lavoro”. http://archigiani.it/  S. L.

 

PISTOIA
“La nostra azienda, più forte della crisi”

“Con Policoro abbiamo trovato la nostra strada. Per un’impresa all’inizio è fondamentale poter contare su chi ti indirizza, ti consiglia perché le tue idee non vadano perse. Mentre impari a stare in piedi, non sei mai solo. Non è poco”. Sara Landini, architetto, con i soci Eleonora Tempesti, esperta di design industriale, e Iacopo Cappelli, specialista di tecnica informatica hanno dato vita alla web agency  ‘Keep Up’ nel pieno della crisi. Oggi non solo hanno incrementato il fatturato, ma consolidano altre aziende del ‘distretto del mobile’ di Quarrata (Pistoia) e oltre: “Aiutiamo le imprese di arredamento, vivai o strumenti musicali ad approdare all’e-commerce, vendendo on line e ampliando il loro mercato” spiega. Il primo bando per incubatori d’impresa? “In parrocchia di Sant’Angelo al Bottegone, a Pistoia. Lì ci hanno insegnato a fare il business plan, a specializzarci e a credere in noi stessi – prosegue Sara – Policoro è un genitore su cui puoi contare prima di andare, non è un semplice servizio. C’è crisi quando c’è staticità, quando le aziende non riescono a cambiare forma e ad adattarsi al nuovo. Oggi le imprese devono mutare più velocemente che in passato: il nostro lavoro è farle restare dinamiche”. “La Chiesa diocesana è stata sempre presente accanto ai giovani nell’emergenza lavoro” dice don Fulvio Baldi, già responsabile diocesano della pastorale giovanile, da poco affidata a padre Simone Panzeri.
https://www.keepup.pro/ 
G.T.

 

FOGGIA
Va’ Zapp, l’agricoltura rinasce dalle relazioni

“Il Vangelo è terra e su questa terra voi dovrete seminare il futuro”. Le parole ai giovani di don Michele de Paolis, scomparso nel 2014 a 93 anni, sono diventate il seme da cui è nato un hub rurale che sta rivoluzionando il mercato agricolo nel Foggiano. Va’ Zapp (“vai a zappare”) nel nome ironizza sui padri scettici verso i progetti dei figli. Non è targata Policoro, ma in un’area dove la disoccupazione è al 35%, ha permesso a 20 giovani di non emigrare. “Lo dobbiamo ad un prete visionario, costruttore di futuro, che ha creduto in noi: nel 2014 don Michele ci finanziò per registrare il marchio Va’ Zapp. Il format incoraggia i contadini ad aprire le porte delle fattorie per  scambiarsi esperienze e creare sinergie“ spiega Giuseppe Savino, 38 anni, uno dei fondatori. Piatto forte le Contadinner, le cene nelle fattorie: “La cena è l’unico momento libero dell’agricoltore prima di crollare a fine giornata – spiega Giuseppe – In 20 di noi, architetti, fotografi, videomaker, specialiste dei social media, le organizziamo nei dettagli, l’evento è diffuso sui social media. La formula prevede 20 agricoltori che si incontrano per la prima volta: ciascuno porta da mangiare i suoi prodotti. Ognuno vuol raccontare quello che fa. Sale l’entusiasmo, si fondano cooperative e vince la disintermediazione. Nelle cene, l’ascolto, l’assaggio e l’incontro senza intermediari rivelano che ad ogni prodotto corrisponde una persona che non ha sospeso il filo diretto con il creato”. Il marchio registrato ‘Kilometro Vero’ dà al consumatore queste garanzie. Il gruppo di giovani professionisti e agricoltori di Va’ Zapp analizzando oltre 400 aziende ha dimostrato come rigenerazione agricola e nuovi business passino da nuove relazioni. Così è nato anche il ‘teatro del grano’: vigneti, campi di melograno o carciofi diventano palcoscenici “dove musicisti e attori si esibiscono. Agli eventi arrivano centinaia di spettatori, scoprendo i prodotti locali. Un ponte tra città e campagna, che rafforza appartenenza e cultura. Non solo con 25.000 firme raccolte il team proporrà all’Unesco di dichiarare le mani degli agricoltori ‘patrimonio immateriale dell’umanità’, ma dal 2014 ad oggi con 300 coltivatori coinvolti, grazie al bando della Regione Puglia farà corsi di formazione per i giovani, con già 60 iscritti da tutta Italia. Anche la Francia li ha notati: il rinomato Sima-Salone dell’Agricoltura di Parigi 2018, il più importante UE, ha presentato Va’ Zapp come uno dei più originali progetti agroalimentari italiani. https://vazapp.it/   M.V.

 

 

CAMERINO
“Dopo il sisma ripartiamo dai laboratori artigianali”

Vicini ai terremotati. Vicini alle imprese, per aiutarle a ripartire. Il Progetto Policoro nella diocesi di Camerino-San Severino Marche, è stato avviato proprio nel periodo drammatico del sisma di ottobre 2016. “Abbiamo realizzato una mappatura dettagliata della diocesi, individuando le criticità e le potenzialità da cui ripartire – spiega il direttore Caritas mons. Luigi Verolini – sostenendo così 21 progetti concreti. Policoro è riuscito a rimettere in movimento un po’ tutta la diocesi”. “Il segreto della riuscita sta nell’essere partiti subito lavorando in équipe, con una pastorale integrata – spiega suor Gina Masi, 52 anni, consacrata nella Fraternità della Casa di Nazareth, tutor e anima del progetto, con gli uffici diocesani di Pastorale sociale e di Pastorale giovanile – Siamo una diocesi piccola, ma cerchiamo di mettere in luce le nostre ricchezze. Policoro ci fa ‘sporcare le mani’, entrando nel pianeta disoccupazione con progetti che promuovano i talenti ma anche la legalità”.  Animatrice di comunità è stata sin dall’inizio Beatrice Donati, 29 anni, oggi titolare della Be-Ars, laboratorio artigianale che trasforma gli scarti di pelletterie e calzaturifici in opere d’arte ecosostenibili: lampade, orologi da parete, sedute. Le sue creazioni sono approdate anche al Salone del Mobile di Milano. “Policoro è riuscito a cambiarmi la vita, mi ha regalato una visione diversa dell’impresa – commenta Beatrice – che valorizza il lavoro più che il guadagno”. Ora è animatrice senior e un’altra professionista sta ultimando la formazione da animatrice: è Pamela Montanari, avvocato. Ha già uno studio proprio, ma anche lei ha scelto di farsi “cambiare la vita”.  D.S.

 

INTERVISTA A DON BRUNO BIGNAMI*

Progetto Policoro: “Il futuro dell’occupazione giovanile è l’autoimprenditorialità”

Policoro è un laboratorio di speranza per il Paese”. Don Bruno Bignami guida l’Ufficio nazionale Cei per la pastorale sociale e il lavoro dove 24 anni fa don Mario Operti (1950-2001) ‘inventò’ il piano insieme a Pastorale giovanile e Caritas Italiana. Da allora risponde alla disoccupazione giovanile con l’innovazione. “Policoro responsabilizza le nuove generazioni, le sollecita a scoprire la loro vocazione, ad esprimerla in un percorso unico e personale. È importante chiarire che non dà finanziamenti, anche se in alcune diocesi è associato al microcredito. Facciamo formazione, insegnando ad approdare al mercato – spiega – L’8xmille ci sostiene con 1,7 milioni di euro l’anno. Sono 136 le diocesi aderenti su 225, con oltre 700 imprese. Nelle 400 che hanno identità fiscale, il volume d’affari complessivo supera i 20 milioni di euro ed è tornato a salire dopo la crisi 2012, secondo Infocamere”. Settori prevalenti: sociale, filiera agro-alimentare, trasformazione agricola, artigianato e turismo. Su 515 imprese censite nel 2012-18, 430 sono attive, la mortalità riguarda 85 aziende. Il microcredito in 42 diocesi ha generato 432 società, con oltre 750 posti di lavoro. “Contiamo 950 animatori di comunità, di cui 187 coinvolti nei progetti 2019. L’obiettivo è raddoppiarli nelle regioni più popolose” aggiunge don Bignami. Non manca il plauso di Papa Francesco: “Policoro è per i giovani che vogliono mettersi in gioco creando possibilità lavorative per sé e per gli altri” ha detto il pontefice. Che nel 2020 riunirà ad Assisi (26-28 marzo) un summit ‘per un’economia della fraternità’. Primi invitati i giovani: “perché voi siete già profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente. Le vostre università, le vostre imprese, le vostre organizzazioni sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere lo sviluppo, per combattere la cultura dello scarto, per proporre nuovi stili di vita”. Per la Chiesa italiana coinciderà con il 25° anniversario di Policoro. M.L.

*Direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale sociale e il lavoro