SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Con la crisi il nostro dono servirà più di prima

L’emergenza Covid non molla la presa sulle famiglie e l’economia, e l’autunno potrebbe essere ancora più difficile. Nella prima metà dell’anno, i mesi di lockdown hanno pesato, ma non mancano i segnali positivi
29 Luglio 2020

di PAOLA INGLESE foto FRANCESCO ZIZOLA

Nonostante gli oltre due mesi di confinamento in casa, che hanno reso impossibile un normale afflusso agli uffici postali, il primo semestre dell’anno si chiude con un bilancio meno pesante del previsto. Merito di uno spirito di comunione che si è fatto largo tra lo smarrimento e le difficoltà economiche delle famiglie. Ma i ritmi della partecipazione non potevano che essere discontinui:  dopo i dati incoraggianti fino a febbraio scorso, a marzo e aprile è arrivato il blackout. Alla pandemia i fedeli italiani hanno risposto a giugno dando man forte alla risposta solidale della Chiesa:  2.737 donazioni in più (+86%) rispetto allo stesso mese 2019, con un incremento di 125 mila euro per la raccolta complessiva (+67%). Degli effetti  di quest’accelerazione beneficia l’intero semestre: sul fronte dei soli bollettini postali, il numero di Offerte donate cresce del +18,7% (4.500 donazioni in più) rispetto al 30 giugno 2019. A sua volta anche l’importo complessivo si irrobustisce rispetto ad un anno fa (+8,8%): 1 milione 485 mila euro, a fronte dei precedenti 1 milione 360 mila euro. Comprensibilmente frena il contributo medio: non più 56, ma 51 euro (-8,4%).

Dunque i fedeli hanno edificato un argine di generosità, che è un attestato di fiducia verso il ruolo dei parroci in questi mesi inediti. E ricompone idealmente il vincolo con la comunità, proprio nelle settimane di distanziamento obbligato e celebrazioni senza l’assemblea. Nell’estrema incertezza occupazionale e sociale, si mostra radicata la determinazione di chi ama la Chiesa e sostiene l’opera dei sacerdoti. Per questo a chi potrà raggiungerli – anche con un piccolo segno concreto – nel servizio moltiplicato che li aspetta in questa seconda parte del 2020, va il grazie più grande. La direzione della fraternità, più salda di prima, è del resto quella indicata da Papa Francesco: “Il virus – ha detto il pontefice – nel grande dolore ci ha fatto riscoprire un’unica famiglia. È il tempo di avere un nuovo sguardo sul mondo, mettendo in circolo gli anticorpi della solidarietà. Non possiamo riscrivere la storia con le spalle rivolte alle sofferenze degli altri. Abbiamo visto l’unzione versata da tanti, dai medici ai sacerdoti, che non hanno smesso di fare ciò che sentivano di poter fare e che dovevano dare. Se ci comporteremo come un unico popolo potremo avere un impatto reale. È la nostra speranza che ci permette di contemplare la realtà sofferente con uno sguardo rinnovato”.