A tre mesi dalla prima scossa il pensiero va a quanti sono nelle zone dellItalia centrale dove la presenza e limpegno Caritas restano costanti in tutti i paesi toccati, anche quelli spesso dimenticati.
La responsabilità è grande. Bisogna soprattutto "fare bene", rispondendo a quattro criteri di fondo:
- un impegno di lungo periodo oltre le esigenze immediate dellemergenza;
- laccompagnarsi alle Chiese locali e alle Caritas diocesane per concordare gli interventi più opportuni;
- il partire dagli ultimi, ossia da chi è rimasto ai margini della stessa emergenza, esprimendo così la duplice fedeltà a Dio e alle persone;
- il mettersi alla scuola dei poveri per maturare relazioni di prossimità, di reciprocità, di speranza, di pace.
Per questo sono stati attivati i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche colpite dal sisma - Ascoli Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto - la diocesi di Spoleto-Norcia, le diocesi di LAquila e Teramo-Atri.
Grazie alla colletta nazionale del 18 settembre e alla generosa risposta solidale, sono finora pervenuti a Caritas Italiana 16 milioni di euro, incluso il milione dell'8xmille messo a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana e prontamente trasferito alle diocesi più colpite per i primi interventi.
"E ora si aggiungerà una parte dei fondi del concerto di beneficenza tenuto da Claudio Baglioni nellAula Paolo VI in Vaticano lo scorso 17 dicembre, realizzando un ideale ponte di solidarietà fra il Centro Italia e il Centrafrica. E quanto annuncia Monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale italiana, spiegando che le priorità sono state fissate, nellordine, in favore delle famiglie, delle attività produttive, dei centri di aggregazione e degli interventi di ricostruzione o restauro delle chiese.
Caritas finora ha garantito ascolto delle persone presenti nei territori con particolare attenzione alle fasce più deboli, accompagnamento pastorale, informazione, accanto a interventi diretti con risposte ai bisogni primari, contributi al reddito, fornitura diretta di beni e strumenti per favorire la ripresa delle attività economiche presenti, soprattutto nelle aree rurali. In alcune zone - come ad es. Arquata, Acquasanta, Montegallo sono state avviate attività strutturate di doposcuola ed animazione giovanile.
Non è mancata lattenzione alle famiglie delle vittime, sia in loco che in altre province o allestero, e ai bisogni di quanti vivono nelle frazioni e nelle case sparse, anche con la messa a disposizione, in accordo con Comuni e Regioni, di moduli abitativi provvisori destinati alle situazioni familiari particolarmente fragili, soprattutto nelle frazioni isolate di Amatrice.
In tutte le zone colpite si sta completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico, si stanno avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive e sono in via di realizzazione centri polifunzionali per riannodare relazioni e rapporti comunitari.