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Su Avvenire la storia di suor Laura, salesiana in missione ad Adua

L’articolo di Giorgio Paolucci è stato pubblicato dal quotidiano lo scorso 28 dicembre e racconta di suor Laura Girotto. Il 31 gennaio 2019, per la festa di san Giovanni Bosco, nella regione del Tigrè, in Etiopia, la suora salesiana terrà a battesimo un ospedale che si aggiunge ad altre opere nate nella missione salesiana di […]
21 Gennaio 2019

L’articolo di Giorgio Paolucci è stato pubblicato dal quotidiano lo scorso 28 dicembre e racconta di suor Laura Girotto. Il 31 gennaio 2019, per la festa di san Giovanni Bosco, nella regione del Tigrè, in Etiopia, la suora salesiana terrà a battesimo un ospedale che si aggiunge ad altre opere nate nella missione salesiana di Kidane Mehret. Per l’ospedale, la CEI ha stanziato 3.195.000 euro dei fondi dell’8xmille.

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«Li vedevo morire sotto i miei occhi, tra le mie braccia. Non potevo continuare a commuovermi per la sorte di quei bambini e rimanere inattiva, dovevo fare qualcosa per loro. Io sono fatta così». È fatta così Laura Girotto, suora salesiana, donna infaticabile, un vulcano di idee, una fucina di opere. L’ultima in ordine di tempo verrà inaugurata il 31 gennaio, in occasione della festa di San Giovanni Bosco: un ospedale ad Adua – nella regione del Tigrè, Etiopia – che si va ad aggiungere ad altre attività nate in questi anni nella missione salesiana di Kidane Mehret, da lei fondata nel 1994 con l’aiuto dell’Associazione Amici di Adwa-Onlus.

Si comincerà con pronto soccorso, sala parto, ambulatori e un reparto di degenza con 27 posti letto. È opera quanto mai necessaria un ospedale da quelle parti, dove la mortalità infantile miete 50 vittime ogni mille nati, e dove le strutture sanitarie statali sono gravemente deficitarie.

L’ospedale nasce nello spirito che anima tutte le attività della missione: formare personale che nel tempo diventi capace di far crescere la struttura in maniera autonoma. «Devono imparare a farcela da soli, gestendo con strutture e metodi adeguati quello che in questi anni abbiamo costruito insieme. Il nostro obiettivo è renderci superflui. Il futuro dell’Etiopia devono costruirlo gli etiopi, altrimenti si rischia un neocolonialismo mascherato dalle buone intenzioni», osserva suor Laura, che ha alle spalle un “curriculum missionario” comprendente India, Siria, Egitto, Zaire e Libano.

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