Davanti a tanti episodi di cattiva gestione, veri o presunti che siano ha ammonito il relatore lo smarrimento è duplice: in primo luogo perché a tradire la fedeltà è un pastore, in secondo luogo perché il suo farsi mercenario ha trovato complicità, magari con la scusa di non far scoppiare uno scandalo. Negli ultimi dieci anni ha reso noto Maffeis citando unindagine del Servizio C.E.I. per il sostegno economico alla Chiesa sull8xmille mai la Chiesa ha toccato livelli di scarsa credibilità come lo scorso anno, e proprio per una cattiva gestione del denaro.
La delusione allontana dallappartenenza, dal sentirsi Chiesa, ha spiegato il Sottosegretario della C.E.I., indicando nella necessità di recuperare la fiducia una delle priorità, in una cultura in cui termini come segreto o riservatezza non esistono più, sono stati spazzati via. Un esempio per tutti: la cultura dei social, dove lattenzione che ci è riservata è condizionata al dover rinunciare a fette sempre più significative della nostra intimità, della nostra privacy.
I media hanno contribuito a farci fare dei passi avanti, ci hanno incalzati, ci hanno messo sotto pressione. Oggi si tratta di passare da un atteggiamento di pura difesa a una cultura attiva nella comunicazione, la proposta, che comporta la necessità di essere pronti, propositivi nel dire la verità.
Abbiamo camminato in fretta in questi anni, lanalisi di Maffeis: Tante nostre diocesi sono pronte a dare la notizia, per evitare cattive interpretazioni o strumentalizzazione dei fatti che di volta in volta, dal territorio, assurgono allonore delle cronache.
Alla gestione onesta e corretta deve poter corrispondere anche uno sforzo comunicativo che sia da tutti verificabile, ha ammonito ancora il Sottosegretario, esortando a uno stile trasparente che risponda a unesigenza diffusa, a partire dalle nostre comunità ecclesiali. Solo così, la tesi di Maffeis, si contribuisce a creare fiducia e volontà di condivisione. Se fino a ieri, infatti, la distinzione tra emittente e destinatario della comunicazione era molto netta e precisa, nellera dei social i destinatari non solo scelgono il percorso di comunicazione, ma diventano essi stessi coautori e distributori di comunicazione.
Per recuperare fiducia ci vuole, inoltre, da parte della Chiesa, un supplemento di impegno per una comunicazione semplice, diretta, in un contesto culturale in cui il dizionario cristiano è scomparso, dando luogo a un impoverimento gravissimo del linguaggio, ha concluso Maffeis.