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Navigando nelle testate on line di piccoli o grandi giornali, in prevalenza edizioni locali, è possibile leggere di progetti 8xmille appena inaugurati o già avviati e anche di sacerdoti inseriti nel sistema sostentamento clero, volano principale di queste opere.   Un esempio l’articolo pubblicato su Romasette.it  nel quale il parroco, padre Giuseppe, racconta la "sua" periferia e le risposte offerte […]
24 Luglio 2013
Navigando nelle testate on line di piccoli o grandi giornali, in prevalenza edizioni locali, è possibile leggere di progetti 8xmille appena inaugurati o già avviati e anche di sacerdoti inseriti nel sistema sostentamento clero, volano principale di queste opere.

  
Un esempio l’articolo pubblicato su Romasette.it  nel quale il parroco, padre Giuseppe, racconta la "sua" periferia e le risposte offerte dal Centro d'ascolto Caritas della parrocchia di Santa Rita a Tor Bella Monaca, ristrutturato grazie all'8xmille.
 
Il giornalista Christian Giorgio racconta una giornata a partire dalle 9.30.
“Ad aspettare il loro turno ci sono uomini e donne, giovani e anziani. - Scrive Giorgio - In mano tengono stretto un bigliettino con un numero, preziosissimo: permetterà loro di bussare alla porta oltre il corridoio e di trovare aiuto. (…) Quella di Santa Rita è una parrocchia di periferia. Ma qui, nonostante questa parola sia entrata nel lessico familiare del pontificato di Francesco, i parrocchiani non la pronunciano con compiacimento. (…) Sul suo territorio, i residenti sono più di 25mila”.
 
“Uscire per andare in periferia” dice Papa Francesco, “e chi in periferia c'è già, cosa deve fare?” si chiede quasi scherzando padre Giuseppe Piervincenzi, agostiniano, da otto anni parroco a Santa Rita. La risposta l'ha trovata andando casa per casa, girando per i quartieri, conoscendo la gente che si accosta ai servizi della Caritas parrocchiale: “I poveri sono i nostri padroni” diceva san Vincenzo de' Paoli. Sono scomodi, non vengono accettati, ma è con loro che bisogna parlare, creare relazioni. Oltre alla distribuzione dei pacchi alimentari e dei vestiti noi siamo qui per dire loro che non sono soli».
L’articolo continua citando ancora padre Giuseppe, arrivato a Tor Bella Monaca nel ‘77: “Non è che una piccola boccata d'ossigeno quella che offriamo - afferma - ma serve a loro per avere quel minimo di sostentamento, e a noi permette di ‘uscire’; di metterci in discussione, di annunciare il Vangelo della carità che è parola di vita e di speranza”.
 
Un'altra segnalazione viene da Il Messaggero.it dell’Umbria dove la diocesi di Terni destina una parte dell’8xmille alla San Vincenzo alla quale bussano decine e decine di famiglie in difficoltà. La San Vincenzo ternana, in oltre 60 anni di attività, non ha mai visto situazioni così disperate. “Con i nostri interventi -afferma la presidente Antonella Catanzani-non riusciamo a risolvere i problemi in via definitiva ma molto spesso pagare una bolletta, una visita medica, le spese scolastiche o un affitto serve ad evitare anche gesti estremi dettati dalla disperazione”.
 
 
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