Sono stati questi i quattro temi chiave del Convegno “Accogliere l’altro” che si è svolto il 9 ed il 10 novembre presso l’oratorio “Piergiorgio Frassati” della parrocchia Volto Santo di Salerno. L’evento, organizzato dalla parrocchia del Volto Santo, l’ufficio Migrantes e il Servizio diocesano del “sovvenire”, in collaborazione con la Caritas diocesana, oltreché con il Centro diocesano missionario e i Missionari Saveriani, ha rappresentato un interessante momento di confronto con tutta la comunità, che ha partecipato alla due giorni di incontri e riflessioni incentrati sul tema dell’accoglienza in maniera positiva e propositiva.
Giovanni Pontali, responsabile dell’area giovani, pace e mondialità della Caritas di La Spezia ha spiegato tra l’altro, come, aderendo alla campagna nazionale “Chiedilo a loro” sull'utilizzo dei fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica, è stato trasformato un “Arsenale” in un progetto di accoglienza.
Non sono mancati i riferimenti all’attualità locale, con la città di Salerno diventata triste scenario di uno sbarco di migranti in cui hanno perso la vita ventisei giovani donne. Ed a loro, è stata dedicata l’apertura di entrambe le giornate di incontro, con una toccante preghiera scritta dall’equipe dell’ufficio Migrantes di Salerno, diretto da Antonio Bonifacio. Intense le testimonianze dei relatori, padre Gabriele Ferrari, missionario Saveriano, suor Rita Giarletta, responsabile del progetto Casa Rut e Don Mussie Zerat, candidato al Nobel per la pace nel 2015 e fondatore dell’agenzia no profit “Habescia” ed ancora l’Arcivescovo della diocesi Salerno-Campagna Acerno, Monsignor Luigi Moretti, don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes, Giovanni Pontali responsabile area pace e mondialità della Caritas di La Spezia ed in collegamento don Carmelo La Magra parroco di Lampedusa. Insomma, un cammino articolato che ha toccato diversi temi, dal ruolo della “chiesa in esodo” raccontata da padre Gabriele al ruolo “salvifico dello sguardo” spiegato da suor Rita Giarletta:
“Torniamo a guardarci negli occhi - ha detto la responsabile di Casa Rut - abbracciamo i nostri fratelli e le nostre sorelle che ci chiedono con lo sguardo solo amore, nient’altro”. La violazione dei diritti umani in Eritrea con i racconti dei tristi scenari nei campi militari di Sawa e delle terribili prigionie a cui vengono sottoposti gli indigeni, è il resoconto dell’ intervento di don Mussie Zerai.
La manifestazione, ha avuto anche un momento dedicato agli istituti scolastici superiori della città. “Non possiamo far finta di niente - ha detto in conclusione Monsignor Moretti - dobbiamo fare uno sforzo e sentirci parte di un corpo che ha molte membra ed anche quelle più lontane sono necessarie per la salute di tutti. La sofferenza di chi fugge, è, e deve essere, la nostra sofferenza, altrimenti l’umanità davvero non esiste più”. I dati, sul fenomeno migratorio, sono stati snocciolati da don Gianni De Robertis, che ha parlato di “68 milioni di rifugiati con l’accoglienza che è solo il primo passo che richiede protezione, promozione ed integrazione”.
L’evento si è concluso con il collegamento con don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa. Al termine delle due serate di incontri, è stato distribuito materiale informativo sul sostegno economico alla Chiesa.
Carla Polverino (parrocchia Volto Santo)