I dati parlano chiaro. Nell’anno appena concluso, il 2019, la raccolta si attesta a 7 milioni e 800mila euro, per un totale di circa 85mila offerte. Per la prima volta da quando è stata istituita, questa modalità di sostegno economico per i sacerdoti scende sotto gli 8 milioni di euro. Ma per interpretare questo risultato, senza andare troppo in là nel tempo, possiamo soffermarci a riflettere sull’andamento delle Offerte negli ultimi vent’anni, a partire dal nuovo millennio.
65mila, pari agli abitanti di una città capoluogo di provincia, sono i donatori che oggi offrono per il clero mediamente oltre 90 euro l’anno ciascuno. Ma cambiano le modalità di offerta.
Il primo canale utilizzato continua a essere il bollettino postale. Nel 2001 quasi l’86% delle offerte era effettuato tramite posta, mentre nel 2019 la percentuale scende al 67%.
In crescita esponenziale, invece, il canale bancario, che passa dal 5% al 25%.
In leggera contrazione i versamenti diretti agli Istituti diocesani del sostentamento del clero, che scendono dall’8% al 6%.
Fanalino di coda restano le carte di credito che, seppure il leggera crescita rispetto al passato, si attestano a meno del 2% delle offerte.
Secondo una tradizione del mondo cinese, non esiste un’unica unità di misura per i percorsi, ma due unità diverse. Se il cammino è in pianura, con pochi ostacoli, l’unità di misura si restringe. Se il sentiero è in montagna, dove aumenta lo sforzo e la fatica, l’unità di misura si allarga. Il percorso delle Offerte per il clero necessita, dunque, di questa doppia lettura.
Nei primi anni 2000, fino al 2008, il sentiero è stato abbastanza pianeggiante, con un calo contenuto delle Offerte, di poco più del 10%. Ma a partire dal 2008, fino a oggi, il percorso è stato tutto in salita e, di conseguenza, anche l’unità di misura deve allargarsi.
Il numero di Offerte per il clero, infatti, nel giro di 10 anni si è praticamente dimezzato, passando da quasi 161.000 a poco meno di 85.000. Nel 2017 c’è stata una sosta, un momento di tregua, ma dal 2018 la situazione è di nuovo peggiorata. Non è andata meglio con la raccolta. Dall’inizio della crisi del 2008 al 2019 la raccolta si è drasticamente ridotta e ha perso in poco più di 10 anni quasi 9 milioni di euro.
La buona notizia è che i donatori aumentano proprio in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo oggi per l’emergenza coronavirus.
Nei primi quattro mesi del 2020 quasi 1.400 persone in più hanno donato per i sacerdoti, passando da circa 18.800 nel primo quadrimestre del 2019 a 20.200 nel 2020. In questo sentiero di montagna c’è voglia di stringersi attorno ai sacerdoti per dirgli grazie per quanto fanno e hanno fatto in questo periodo di contenimento. Basti pensare agli oltre 115 preti morti e alle migliaia di sacerdoti che, durante l’emergenza, hanno fatto come il buon Samaritano: si sono chinati sui più deboli con umiltà, riconoscenza, conversione.
La cattiva notizia è che anche nel 2020 si conferma il calo della raccolta: circa l’8% in meno rispetto al primo quadrimestre del 2019. Ma le necessità restano le stesse.
Attualmente sono circa 32.000 i sacerdoti diocesani in Italia, di cui 29.500 in attività e 2.500 in pensione. Il costo complessivo per il loro sostegno economico è di oltre 525 milioni di euro. Il 67,6% dei costi, oggi vengono coperti dall’8xmille, pari a oltre 355milioni di euro. Come in un sistema di vasi comunicanti, far crescere le Offerte per i nostri sacerdoti vuol dire liberare risorse dell’8xmille destinate alla carità.
Quattro sono i punti cardinali che possono aiutarci a ripartire.
La situazione economica è senz’altro il primo. Le famiglie italiane e i fedeli, dal 2008 a causa della crisi, si sono ritrovati con meno soldi in tasca e sono stati meno disposti a donare per il clero. Un’economia che riparte, è sicuramente un fattore determinante per sperare che le offerte per il clero tornino a mostrare il segno più.
La frequenza alla Messa è il secondo punto cardinale. I cattolici praticanti, coloro che vanno a messa quasi tutte le domeniche, sono passati dal 43% nel 2004 al 29% nel 2019. Per questo diventa importante che il sacerdote stesso, durante la funzione religiosa, ribadisca quanto sia importante l’aiuto di tutti i fedeli per aiutarli nella loro missione.
La conoscenza del sistema di sostegno economico alla Chiesa e ai sacerdoti è il terzo elemento fondamentale. L’8xmille nell’immaginario collettivo è Chiesa cattolica ed è entrato nel cuore degli italiani, mentre le Offerte per il clero faticano a diventare quel segno forte di partecipazione comunitaria alla vita ecclesiale. Tra i cattolici praticanti la conoscenza di questa modalità di sostegno è passata dal 41% nel 2012 al 34% nel 2019. Per questo diventa strategico il ruolo degli incaricati diocesani, volontari e catechisti che sensibilizzino all’importanza di fare ognuno la propria parte per aiutare i sacerdoti.
L’ultimo punto cardinale è rappresentato dall’informazione corretta. “Ai sacerdoti ci pensa il Vaticano”: questa affermazione, comune tra la gente comune e anche alimentata dai mass media, continua a essere dominante: la pensa così il 40% dei cattolici praticanti. Un dato che fa riflettere.
Per ripartire, dobbiamo camminare insieme e aiutare con le Offerte i nostri sacerdoti, che sono il segno e lo strumento della tenerezza di Dio, la testimonianza di una fraternità vissuta, il volto sinodale e missionario della nostra Chiesa.
Paolo Cortellessa