Dopo il Convegno nazionale degli incaricati diocesani per il "sovvenire", S.E. Mons. Donato Negro, Arcivescovo di Otranto e Presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della C.E.I., ha voluto far riecheggiare i temi dibattuti a Bologna nella propria terra.
Ha chiamato in due incontri successivi, il 15 aprile i referenti parrocchiali ed il 22 successivo i commercialisti operanti nella diocesi, per parlare con loro di condivisione: condivisione di esperienze di vita, di responsabilità, di tempo, di territorio e di beni e in particolare poi, dato il parterre in entrambi gli incontri,
di condivisione dei beni per un umanesimo di misericordia.
E una missione alla quale ci si educa e si educa. Il Vangelo ci indica la via, sostiene Mons. Negro, di un amore dellumano che è comune: un umanesimo della misericordia che abbraccia tutta la creazione, perché integrale e integrante. Certo è richiesta la collaborazione di tutti, dei laici in particolare, per trovare la strada di un umanesimo che non sia antropocentrico, cioè selvaggio consumatore e distruttore dellambiente, e che non sia daltra parte antiumano e disumano. Richiamando Papa Francesco lArcivescovo ha invitato tutti a superare, con serenità e con responsabilità, ogni preoccupazione eccessiva e a vincere timori e paure per farci carico della complessità.
Ogni incontro ha avuto momenti di particolare significato operativo con la visione di video esplicativi e di indicazioni tecniche illustrate dallincaricato diocesano, ed ancor più quando gli operatori Caritas e lEconomo diocesano hanno fatto toccare con mano, illustrando gli interventi che i fondi dell8xmille hanno permesso in diocesi, lattuazione di quellumanesimo della misericordia prima enunciato.
Con la stessa passione e la stessa premura, Sua Eccellenza ha voluto rivolgere a tutti i sacerdoti della nostra Arcidiocesi un accorato appello per migliorare, in uno spirito di partecipazione viva del laicato, il proprio servizio, per una cultura sempre più mirata alla condivisione e alla solidarietà.
Il sovvenire non è finalizzato esclusivamente al sostentamento del clero, cosa necessaria ed utile alla comunità nella sua interezza, ma è soprattutto un sovvenire alle necessità dei tanti sofferenti, che riflettono il Volto di quel Cristo, Signore e Maestro, che ci indica le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne di oggi, e che ci invita a trasformarle in gioia e speranza.
Don Remo Esposito
Incaricato diocesano