SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Ogni mezzo è buono per far “scrivere” sulle Offerte Insieme ai sacerdoti

In previsione della Giornata Nazionale Offerte Insieme ai sacerdoti, sono stati divulgati diversi articoli sui media locali. Ne abbiamo pubblicati alcuni già nello scorso numero di In Cerchio. Ne proponiamo altri due: Riviera.it della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, che ha diffuso online 3 articoli, uno dei quali ha evidenziato l’importanza di donare, anche poco, usufruendo del “bussolotto”, […]
17 Dicembre 2013
In previsione della Giornata Nazionale Offerte Insieme ai sacerdoti, sono stati divulgati diversi articoli sui media locali. Ne abbiamo pubblicati alcuni già nello scorso numero di In Cerchio. Ne proponiamo altri due: Riviera.it della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, che ha diffuso online 3 articoli, uno dei quali ha evidenziato l’importanza di donare, anche poco, usufruendo del “bussolotto”, e da Latina sulla pagina locale di Avvenire, altri due contributi usciti domenica 17 e domenica 24 novembre. Di seguito il testo a cura di Felice Fieni.

 
Avvenire, Latina - 17 novembre

  
Novembre è un mese liturgicamente importante: la solennità di tutti i Santi ci fa alzare lo sguardo verso il trascendente, verso il nostro destino, verso la nostra origine; la commemorazione dei defunti che ci fa riflettere sul nostro proprio destino di fronte alla morte; la chiusura dell’anno liturgico nella celebrazione della Solennità di Cristo Re dell’Universo. L’Assemblea Generale dei Vescovi ha fissato in questa solennità la Giornata Nazionale di sensibilizzazione al sostentamento del clero.
 
Tutti voi conoscete le vicende storiche per le quali si è pervenuti alla nuova impostazione dei rapporti economici tra Stato italiano e Chiesa cattolica. Il vecchio sistema, quello della congrua ai parroci per intenderci, si trovava in contrasto con le conclusioni del Concio Vaticano II e la Costituzione Italiana. Impensabile era un aggiustamento: Stato italiano e Chiesa cattolica scelsero di trovare un nuovo diverso sistema. Fu così che si arrivò all’autofinanziamento della Chiesa: essa si affidava e si affida ai fedeli e ai cittadini che apprezzano la sua opera.
 
Si è eliminata, così, ogni forma di finanziamento diretto dello Stato alla Chiesa e si è introdotto il principio del finanziamento da parte dei fedeli e di quanti stimano la Chiesa stessa. Lo Stato, non potendo disconoscere l’operato della Chiesa per il bene della comunità civile, mette adisposizione della libera scelta dei cittadini alcuni strumenti di “carattere fiscale”: firma per destinare l’8xmille e invio di offerte libere all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, al quale spetta il compito di distribuire le disponibilità tra i sacerdoti in modo che tutti possano vivere dignitosamente ed esercitare il loro ministero con serenità. Il primo strumento (firma 8xmille) non comporta esborso di denaro; il secondo, invece, “tocca” il portafoglio ma ha un senso più ecclesiale, più comunionale ed è “assistito” dal recupero fiscale.
 
Gesù e i dodici conducevano vita itinerante per portare l’annuncio della buona novella; non avevano la garanzia di un lavoro; il loro sostegno economico derivava dalla generosità dei seguaci. Si dettero un’organizzazione interna e invitavano i seguaci a non considerare proprio ciò che possedevano, ma di metterlo a disposizione di tutti. La Chiesa degli Apostoli e le prime comunità provvedevano ai loro bisogni senza interventi dello Stato. Quando il cristianesimo divenne “religione ammessa” (anno 313 d.C.) l’autorità civile prese a sostenere, con minore o maggiore convinzione, la Chiesa senza che vi fossero accordi e convenzioni scritte. Ma strada facendo molto spesso ci furono contrasti. (continua)
 
 
Avvenire, Latina - 24 novembre
 
Abbiamo scritto nella pagina diocesana di domenica scorsa che lo Stato non finanzia più direttamente la Chiesa, ma pone a disposizione dei cittadini-contribuenti degli strumenti fiscali che il cittadino può anche rifiutare di utilizzare. E’ un passo di democrazia fiscale ed è esercitare un diritto. Quella che sembra la “solita” richiesta di soldi è, invece, un’azione ricca di valori.
 
La riforma amministrativa, anche se è avvenuta dopo il Concilio Vaticano II, è perfettamente in linea con lo stesso: la necessità per la Chiesa di avere fondi a disposizione per il suo ministero, finalizzati esclusivamente per questo fine e da questo fine nobilitati, anche nella loro povertà di strumenti, non è una necessità occasionale ma permanente. La Legge 222/85 detta le norme che regolano l’entrata in vigore del nuovo sistema di sostegno economico alla Chiesa e poggia su alcuni valori ecclesiali e civili.
 
La comunione: è il primo valore ecclesiale, fondamento di tutti gli altri. Una piena comunione, che significa partecipazione, appartenenza, corresponsabilità, deve giungere al “dono”. La perequazione: si adatta esplicitamente al sostentamento del clero; ci sono ancora parrocchie estremamente ricche e parrocchie estremamente povere. La libertà della Chiesa nei confronti dello Stato, libertà che non esclude collaborazione e riconoscimento da parte dello Stato della funzione sociale che la Chiesa riveste. Provvedere alla Chiesa non spetta allo Stato, ma anzitutto ai membri della Chiesa stessa così com’era agli inizi. La credibilità: valore importantissimo che richiede l’accettazione di comportamenti evangelici. La trasparenza: amministrare le risorse della Chiesa presuppone che si renda conto di quanto è pervenuto dalla generosità dei fedeli e di come è stato speso, in clima di comunione e di famiglia. La sovranità dei cittadini perché si è stabilito un principio di democrazia fiscale, di partecipazione democratica, di cooperazione internazionale.
 
Non c’è modo migliore di celebrare la solennità di Gesù Re dell’Universo che permettere alla Chiesa, attraverso la nostra corresponsabilità, di svolgere la sua missione mediante l’opera dei sacerdoti che, raggiungendo tutti gli uomini, portano il Regno di Dio in tutto il mondo. Il Vangelo che ci verrà proposto in questo giorno dovrebbe farci meditare sull’opportunità e sulla necessità di programmare periodici invii di contributi, anche di modestissimo importo, per fare il bene che da soli non potremmo mai fare.
Felice Fieni
Gruppo di lavoro diocesano Servizio Promozione