Non ci sono più i preti di una volta a molti sarà capitato di incrociare unanziana in Chiesa, in piazza, al mercato e sentire questa affermazione. I dati di una ricerca realizzata da GfK per conto del Servizio Promozione della C.E.I. rappresentano uno strumento utile per comprendere i cambiamenti che stanno interessando la figura del sacerdote oggi e che cercheremo di illustrare in questa e nelle prossime uscite della newsletter In Cerchio.
La prima buona notizia che emerge dalla ricerca è che il sacerdote continua a mantenere nelle nostre società occidentali un ruolo di assoluto rilievo. Un risultato inatteso in un società sempre più secolarizzata, disincantata e distante dalla sfera religiosa. Sempre più il prete, invece, si rivela essere una figura essenziale per lo sviluppo di quella solidarietà quotidiana fondamentale per creare il tessuto connettivo delle nostre società e della nostra cultura.
Ma la società sta cambiando e di conseguenza anche il contesto nel quale il sacerdote matura la scelta vocazionale è completamente diverso rispetto al passato. Solo trenta/quarantanni fa la socializzazione primaria, ricevuta in famiglia, aveva un ruolo determinante nel preparare il terreno nel quale il bambino crescendo maturava la sua vocazione sacerdotale. Oggi, invece, il ragazzo non trova in casa un terreno fertile per la nascita della vocazione sacerdotale. La crisi della famiglia e la sfida educativa sono sotto gli occhi di tutti. La famiglia, intesa come istituzione tradizionale, traballa.
Il legame tra i genitori si indebolisce, hanno preoccupazioni economiche, problemi lavorativi da affrontare e sottraggono tempo a tutto il resto.
Anche nelle famiglie cattoliche il tempo per la preghiera, per Dio e per la Chiesa è sempre più scarso: molte coppie intuiscono che la fede potrebbe essere un importante fattore di guida, ma faticano ugualmente a conferire un carattere cristiano alla propria casa. La scelta vocazionale, dunque, è molto più personale e meno dipendente dallaria che si è respirata in famiglia da ragazzo.
Inoltre, che dire del rapporto che i sacerdoti più giovani hanno avuto con la Chiesa prima della vocazione? Un legame meno forte e simbiotico, meno dipendente. La frequenza alla vita parrocchiale risulta essere più occasionale e meno partecipata: diminuiscono, infatti, i sacerdoti che hanno fatto il chierichetto o comunque servito a messa nel periodo della fanciullezza e delladolescenza. Anche ladesione alle diverse realtà aggregative di ispirazione cattolica risulta essere in forte calo: tra queste lAzione Cattolica risulta essere quella più penalizzata dal cambiamento.
Cambia quindi il modo di entrare in contatto con la Chiesa, un po più in punta di piedi rispetto al passato. Tutto questo ha ripercussioni evidenti nella figura del sacerdote, nel modo di immaginarsi prete, nelle difficoltà che si potranno incontrare, nelle trasformazioni che riguardano proprio la Chiesa.
Religiosità dei genitori in calo, minore stabilità del legame coniugale rispetto al passato, un padre e una madre sempre meno determinanti nel cammino di crescita religiosa prima dellentrata in seminario, una frequentazione alla vita della parrocchia più occasionale e meno partecipata. Ecco alcuni tratti caratteristici che servono a delineare la figura del prete del III millennio.