Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa riflessione su misericordia e sovvenire di Felice Fieni, collaboratore storico dellincaricato Giovanni Alberto Lantieri del Servizio promozione diocesano di Latina.
Qualche tempo fa leggevo sul quotidiano Avvenire che nel Centro America è in atto un massacro non prodotto da gruppi politici in lotta tra loro bensì dalle mafie legate al narcotraffico, le quali si sono insinuate nelle istituzioni e impongono le loro regole. Non cè quotidiano che non parli della Siria mentre Sud-Sudan, Yemen ed altre zone del globo sembrano non interessare. Alle sofferenze che luomo crea alluomo con queste scelte vanno pur ricordate quelle provocate da madre natura con i suoi terremoti, maremoti, alluvioni
Al centro di guerre e disastri naturali cè luomo con le sue attese, le sue speranze, i suoi sogni di liberarsi dal giogo della fame, della malattie endemiche, dellignoranza, che cerca una partecipazione più larga ai frutti della civiltà
(beato Papa Paolo VI - Enciclica Populorum Progressio, n°1).
Eccoci condotti a quella che dovrebbe essere lopzione fondamentale di ogni cristiano: farsi vicini a quanti sono nel bisogno. In che modo? Usando misericordia e ponendosi a disposizione. Noi abbiamo due vie le quali possono camminare insieme: la misericordia, da coltivare nel nostro cuore, sempre; il sostegno economico alla Chiesa (sovvenire).
I due termini, sovvenire e misericordia, presi nel loro significato più profondo, sono qualità dellanimo: aiutare, soccorrere, avere sentimenti di compassione, perdonare. Non bisogna far dimenticare alla nostra mente e al nostro cuore le necessità e le esigenze di tutti questi fratelli. Ma non bisogna, altresì, dimenticare che qui, in questa nostra Italia, ogni giorno ci sono persone che hanno problemi di vitto, di alloggio, bisogno di cure mediche, di consiglio, di istruzione, di essere consolati, di perdono e ci sono persone che hanno impegnato e impegnano tutta la vita: i sacerdoti.
Da essi ci giunge lannuncio della misericordia, la sua presenza testimonia quella di Cristo e, attraverso i sacerdoti, la diffusione della Buona Novella stimola a valorizza la propria dignità a fare, a conoscere, ad operare per lo sviluppo e la promozione personale e comunitaria.
Tutti conosciamo la parabola del Buon Samaritano: il gesto più significativo e quel gli si fece vicino. È ciò che compie il sacerdote e allora diamo alla Chiesa il sostegno economico di cui ha bisogno perché la nostra misericordia arrivi in Italia e nel mondo lì dove noi non possiamo arrivare.
Felice Fieni
Membro del gruppo di lavoro sovvenire diocesi di Latina