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della Conferenza Episcopale Italiana

“La Madonnina” / A Candiolo speranza per malati e loro famiglie

Don Carlo Chiomento l'ha voluta fortemente: la casa di accoglienza "La Madonnina", aperta dal 2007 con i fondi dell’8xmille, offre un tetto ai pazienti dell’IRCCS di Candiolo (TO) e ai loro familiari. Anche grazie all’impegno di 150 volontari che hanno risposto all’invito del parroco. «La ricchezza del servizio che prestiamo è un’esperienza che non si […]
17 Gennaio 2023

Don Carlo Chiomento l'ha voluta fortemente: la casa di accoglienza "La Madonnina", aperta dal 2007 con i fondi dell’8xmille, offre un tetto ai pazienti dell’IRCCS di Candiolo (TO) e ai loro familiari. Anche grazie all’impegno di 150 volontari che hanno risposto all’invito del parroco.

«La ricchezza del servizio che prestiamo è un’esperienza che non si può spiegare a parole, ma che si può vivere» afferma con semplicità Maria Ester Bellotti, la volontaria “storica” responsabile della Casa di accoglienza La Madonnina di Candiolo (TO) e come tale coordinatrice dei 150 volontari che da più di 15 anni si alternano nei diversi ambiti di ricezione dei malati e dei loro familiari.

È una mattina di autunno in questo paese di seimila anime della cintura torinese: in cortile uno dei volontari autisti aiuta a scendere una signora che è appena tornata dagli esami del pre-ricovero dalla navetta che fa la spola con l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro a carattere scientifico (IRCCS) di Candiolo. «Sono stati gli infermieri – racconta – a indicarmi questa casa di accoglienza: qui ho trovato non solo un tetto ma tanto sostegno morale, grazie all’affabilità delle volontarie che non ci fanno mai mancare un sorriso e ci permettono di trovare un po’ di serenità».

Qui questa bella opera testimonianza 8xmille, raccontata da Manuela Borraccino

«Per il nostro ospedale la casa di accoglienza "La Madonnina" è stata una novità portata dalla Provvidenza» dice lapidario l’oncologo Fabrizio Carnevale Schianca, tra i medici in prima linea dell’IRCCS. E di «Mani invisibili» che lo hanno guidato nella sua parabola esistenziale parla anche don Carlo Chiomento, 69 anni, ordinato a Torino nel 1978 e nominato parroco di Candiolo nel 1997. «Avevo 43 anni – racconta – e, nel dare al Vescovo la disponibilità allo spostamento che ci aveva chiesto, avevo espresso la preferenza per restare in città a Torino, per una parrocchia più grande di quella dov’ero e possibilmente non vicino ad un ospedale, perché avevo avuto diversi problemi di salute e avevo assistito per lungo tempo i miei genitori malati. E dove sono finito? In una parrocchia più piccola, di campagna, e accanto ad un ospedale oncologico. Oggi so che è stata la Provvidenza a portarmi qui, perché la cura pastorale dei malati mi ha cambiato la vita». Fu proprio poco tempo dopo l’apertura dell’ospedale infatti, nel 1999, che si accorse che molti familiari dei pazienti dormivano in macchina. «Parlai subito con l’Arcivescovo (card. Severino Poletto, ndr) – ricorda – la diocesi stanziò dei fondi dall’8xmille, un ingegnere fece gratuitamente il progetto: nel 2007 inaugurammo la casa e nel 2008 aggiungemmo i pannelli solari».

Un altro finanziamento dall’8xmille della Cei ha permesso il progetto di ampliamento, mentre la Casa ha attratto nel corso degli anni centinaia di volontari che con le loro mani operose e la loro discrezione hanno permesso a questa residenza di funzionare come un alveare e di dare sollievo a tante famiglie. Nei mesi scorsi anche la Fondazione Mario e Ofelia Martoglio si è imbattuta nel progetto della Madonnina onlus e ha aderito al suo piano di sviluppo: anche grazie al suo contributo il numero dei posti letto passerà da 54 a 92. «È ancora una volta la Provvidenza a indicarci la strada: noi dobbiamo soltanto assicurare al Signore il nostro sì» chiosa don Carlo.

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