Sarajevo, dal 9 all11 settembre a venti anni dalla guerra che sconvolse la città, ha ospitato un grande incontro di uomini e donne di religione per la pace, nello spirito di Assisi. Allevento, organizzato dalla Comunità di SantEgidio, ha partecipato tra gli altri anche il Presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa il Vescovo di Caserta Pietro Farina. Di seguito l'intervento che ha tenuto il 10 settembre.
Se il futuro è vivere insieme, tutto ciò che fa parte del vivere insieme entra nell'ottica dei nostri interessi. Una società nuova, aperta a tutte le prospettive, sembra essere all'orizzonte. In questa prospettiva non dobbiamo mai dimenticare che al centro c'è sempre l'uomo con le sue speranze, bisogni e preoccupazioni. Tutti quanti noi conosciamo le diverse analisi sociologiche che non sempre rispondono ad una visione di speranza. Noi siamo chiamati, in quest'incontro, a guardare la realtà che ci circonda mettendoci dalla parte dei poveri: essi ci interrogano e chiedono una risposta che sia significativa.
Analizzare la situazione senza impegnarci contemporaneamente a dare un contributo che possa essere di sollievo ai tanti che richiedono un'attenzione ai loro bisogni è comportarsi come quelle persone di cui parla San Giacomo: "Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi, perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la Parola, somiglia ad un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era" (Gc. 1, 22-24).
La presenza dei poveri accompagna la nostra esistenza. L'attenzione che dobbiamo rivolgere ad essi non deve essere di semplice carattere assistenziale ma fondata su una visione profondamente cristiana che vede nel povero il volto del Cristo sofferente che ci interpella e spinge il nostro cuore verso soluzioni in cui il povero non è semplicemente oggetto delle nostre attenzioni ma colui che, con il suo bisogno e la sua sofferenza, fa ricordare quale è la vera religione: "Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo" (Gc. 1,27).
Il clima generale della società oggi non sembra favorevole ai poveri, addirittura c'è chi pensa a come difendersi dai poveri e questo innesca un meccanismo di paura per cui il povero viene sempre più guardato come un pericolo sociale. La necessità di un nuovo umanesimo che mette al centro il povero con i suoi bisogni diventa una delle urgenze dei nostri tempi. In una società in cui il povero è sempre più emarginato, il futuro non può non essere di violenza. Allora ciò di cui ha bisogno la nostra società, per una sua ripresa, è ripartire dai poveri per una nuova e autentica esperienza di umanità che sia espressione non solo di una nuova consapevolezza della necessità di rimettere il povero al centro delle nostre preoccupazioni per un bene comune, ma anche espressione di una spiritualità che, finalmente, diventa significativa ai fini di un'autentica fede incarnata.