SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

I giovani: una generazione incredula

Nell’intervista rilasciata a Scalfari, Papa Francesco afferma: "I più gravi mali che affliggono il mondo in questi anni sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi. I vecchi [...]; i giovani hanno bisogno di lavoro e di speranza, ma non hanno né l'uno né l'altra, e il guaio è […]
30 Ottobre 2013
Nell’intervista rilasciata a Scalfari, Papa Francesco afferma: "I più gravi mali che affliggono il mondo in questi anni sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi. I vecchi [...]; i giovani hanno bisogno di lavoro e di speranza, ma non hanno né l'uno né l'altra, e il guaio è che non li cercano più….”

  
I giovani, infatti, crescono in un mondo che promette loro “tutto intorno a te”, ”all around you”, “perché io valgo”. La ricerca di facili risposte, di una autorealizzazione fine a se stessa, il materialismo esasperato, sono all’origine della crisi religiosa dei giovani. Sono alla ricerca di qualcuno che li ascolti, li consigli, dia loro speranza, ma raramente cercano rifugio in Dio.
 
Se analizziamo i dati di una ricerca GfK, vediamo che solo il 18% dei giovani tra i 18 ed i 34 anni dichiara di pregare almeno una volta al giorno contro il 53% delle fasce più anziane. GRAFICO 1
 
I giovani del 2013 sembra abbiano perso ogni attrazione nei confronti della fede e di tutto ciò che è spirituale. In generale la loro formazione religiosa è relegata all’infanzia o al più all’adolescenza e coincide con il periodo della scuola obbligatoria. Crescendo si allontanano dalla Chiesa perché non hanno trovato persone capaci di ascoltarli e di comprendere il loro disagio.
 
I dati dimostrano che anche la partecipazione alla Messa è inversamente proporzionale all’età, la grande maggioranza delle nuove generazioni, infatti, la diserta: solo 1 giovane su 7 dichiara di assolvere il precetto dominicale, mentre tra gli anziani tale rapporto sale ad 1 su 2. GRAFICO 2
 
Gli attuali 20enni-30enni hanno interrotto bruscamente ed anticipatamente il loro cammino di fede che è rimasto incompiuto. Si parla, infatti, di prima generazione incredula: una generazione che non è contro Dio o contro la Chiesa, ma una generazione che sta imparando a vivere senza Dio e senza la Chiesa perché ha ricevuto una formazione incompleta.
Prova ne è il fatto poco meno della metà dei giovani (tra i 18 ed i 34 anni) pensa che la crisi o la scomparsa della Chiesa rappresenti un pericolo per la società. GRAFICO 3
 
Per questo le parole conclusive del Pontefice circa il disagio dei giovani sono quanto mai profetiche “… Questo, secondo me, è il problema più urgente che la Chiesa ha di fronte a sé".