“Un parroco, un Vescovo, quando stilano un bilancio devono verificare quanto hanno restituito ai poveri”. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, reduce dal Convegno nazionale degli economi e dei direttori degli uffici amministrativi delle diocesi italiane (Salerno, 26-28 febbraio) ha rilasciato un’intervista esclusiva per la Radio Vaticana a cura di Federico Piana. Ed è da lì che ha lanciato un monito: la gestione dei beni della Chiesa deve essere trasparente e deve rispondere ai principi cristiani. “Qui si gioca la nostra credibilità”. Concetto forte che ribadisce con decisione: “Una gestione coerente, chiara, trasparente, fa bene alla Chiesa ma anche a chi ci governa. Riguarda chiunque debba gestire del denaro”.
Il Vangelo e gli ultimi come bussola nei criteri di scelte economiche
Per la Chiesa c’è una motivazione in più: “Il Vangelo, i cui principi ci chiariscono come i beni servano per vivere ma anche per far vivere gli altri”. In sostanza, quando un credente “gestisce i propri beni non può avere come criterio ultimo il suo tornaconto personale. Dobbiamo riconoscere che troppi beni nella Chiesa non l’aiutano ad alzarsi e a inoltrarsi per le strade del mondo come ‘Chiesa in uscita’ “.
Onestà, via maestra da seguire
Qual è la via maestra da seguire, allora? Mons. Galantino non ci pensa due volte. Poi risponde: “Onesta. E poi ripeto: dobbiamo rispettare la finalità dei beni che sono fatti per essere utilizzati da tutti. Si diventa credibili anche per come spendiamo i nostri soldi”. Non è demagogia, ci tiene a precisare Galantino, perché questo modo di agire è “l’unica realtà che giustifica l’esistenza della Chiesa. Papa Francesco lo ha ripetuto più volte, senza mai stancarsi. I poveri debbono dettare i criteri d’impiego dei nostri beni”.
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Nella sua relazione (in allegato) il Segretario Generale della CEI ha quindi evidenziato le responsabilità ma soprattutto le grandi potenzialità che hanno gli economi. “Esercitatele - li ha esortati - con passione e competenza, con lo stile di servizio ecclesiale che è caratteristico del vostro compito!”.
Inaugurando i lavori, Galantino oltre ad insistere sulla necessità della trasparenza ha anche affermato quanto sia “importante dare visibilità” a ciò che viene realizzato, sia in campo caritativo che in campo pastorale, con i fondi dell’8xmille. È importante anche che la stessa visibilità e quindi la stessa trasparenza riguardino i nostri bilanci, ai diversi livelli. È, tra l’altro, una forma di rispetto per la fiducia che tantissimi, non solo cattolici, mostrano di avere destinando l’8xmille alla Chiesa cattolica. Una fiducia che merita gratitudine e rispetto soprattutto in presenza di qualche caso (raro per fortuna, e assolutamente non giustificabile!) in cui non vengono rispettate con chiarezza le finalità di destinazione dei fondi dell’8xmille”.