SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Crisi Covid: l’aiuto della CEI vale oltre 237 milioni di euro 8xmille

Pubblicato sul Corriere della Sera il seguente articolo che sottolinea i fondi destinati all'emergenza Covid-19. Un’umanità smarrita e inquieta, quasi sospesa in un tempo che ha imposto al mondo intero di fermare la sua corsa. È quella che ha lasciato dietro di sé il virus che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi, un nemico […]
20 Luglio 2020

Pubblicato sul Corriere della Sera il seguente articolo che sottolinea i fondi destinati all'emergenza Covid-19.

Un’umanità smarrita e inquieta, quasi sospesa in un tempo che ha imposto al mondo intero di fermare la sua corsa. È quella che ha lasciato dietro di sé il virus che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi, un nemico invisibile capace di mettere in atto un attacco frontale e colpire senza eccezioni e senza confini. L’emergenza sanitaria generata dal Covid-19 ha spezzato vite, minacciato la salute di tutti e stravolto la quotidianità di ciascuno. E ha aggiunto i pericoli di un allarme economico e sociale che ha messo in discussione il destino di molte famiglie e reso ancora più vulnerabili le persone sole e in ristrettezze, anche a causa dei limiti posti dall’obbligo di distanziamento fisico, necessario per contenere la pandemia.

Eppure, questo “assedio” ha spinto a riscoprire gesti dimenticati e alimentato con determinazione l’impegno di tanti che hanno agito per il bene comune. La speranza non si è fermata, come la catena di aiuti messa in atto dalla Chiesa cattolica. È l’immagine di un «Paese che non ha mai smesso, nemmeno per un istante, di prendersi cura dei più deboli» e ha continuato la sua opera di accoglienza degli ultimi e degli emarginati. «Una Chiesa che c’era prima della pandemia, che è stata al fianco del suo popolo durante l’emergenza con i fondi 8xmille e la sua rete di solidarietà, e che sta continuando a progettare, a sognare per ricostruire il nostro futuro insieme», sottolinea il nuovo responsabile del Servizio promozione della Conferenza Episcopale italiana Massimo Monzio Compagnoni.

Il racconto in numeri parla più di tutto e dà la misura della macchina di cura tempestiva e di grande impatto messa in piedi dalla Chiesa. Aiuti eccezionali, che nell’affollarsi di notizie nelle settimane buie dell’epidemia si sono moltiplicati senza fare rumore e trovare il tempo per essere narrati: per far fronte all’emergenza Coronavirus la CEI ha stanziato ad oggi 237,9 milioni di euro dai fondi straordinari dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica e ha attivato centinaia di iniziative a sostegno dei più deboli, per offrire assistenza, sollievo e beni di prima necessità al numero crescente di persone in difficoltà.

Sul sito www.8xmille.it sono disponibili i dati che testimoniano l’opera messa in moto soprattutto attraverso le Diocesi italiane, con una dotazione di 210 milioni di euro. A questa cifra, si aggiungono gli aiuti concreti destinati a strutture sanitarie ed ospedali in Italia, in prima linea nella lotta al virus, a cui sono arrivati oltre 8,4 milioni di euro; e sono quasi 4mila i posti letto messi a disposizione per la protezione civile, medici, infermieri, persone in quarantena.

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deliberato di conferire da giugno un ulteriore contributo straordinario a quelle Diocesi il cui territorio è stato definito dalle Autorità pubbliche “zona arancione o zona rossa”, per sostenere persone e famiglie in situazioni di disagio, enti e associazioni che operano per il superamento della crisi provocata dalla pandemia. Si tratta di oltre 10 milioni di euro, provenienti dai fondi dell’8xmille e recuperati dalla finalità a cui erano stati destinati, essenzialmente l’edilizia di culto.

Ancora, le firme gratuite dei contribuenti a favore della Chiesa cattolica hanno permesso di moltiplicare gli interventi sul territorio con un sostegno per 10 milioni di euro alle Caritas diocesane, in grado raggiungere le famiglie che più sono nel bisogno, aiutandole nell’acquisto di generi di prima necessità, dai viveri ai prodotti per l’igiene, ai farmaci; supportando gli anziani soli o le persone fragili, senza perdere di vista il mantenimento dei servizi fondamentali per le persone in povertà estrema, come le mense con servizio da asporto e i dormitori protetti. In questo periodo sono state accolte migliaia di persone senza fissa dimora e si è ascoltato il grido dei “nuovi poveri”, con quasi 40mila richieste di aiuti ricevute in Caritas solo in aprile da parte di chi viveva una situazione già precaria, poi aggravata dalla impossibilità di lavorare.

I comportamenti sociali dettati dalla crisi sanitaria, l’adozione delle mascherine, non hanno impedito di continuare anche a generare una nuova e positiva progettualità di vita, ai tempi del coronavirus. Lo raccontano le operatrici che non hanno mai smesso di occuparsi dei disabili del progetto “Piccoli Fratelli”, a Modica, nel Ragusano. «Abbiamo sofferto le distanze e ci manca ancora non poterci riabbracciare, però abbiamo trovato nuovi modi per starci accanto perché l’importante è continuare a sorridere insieme», dicono, ricordando che «la forza dello sguardo permette di restare uniti e ogni piccolo gesto diventa una dimostrazione di affetto». Testimonianza di un Paese che ha continuato la sua opera di vicinanza agli ultimi, nonostante il Covid, è anche quella che raccontano gli operatori e i volontari dell’Emporio della Solidarietà della Caritas diocesana di Isernia, dove «l’integrazione diventa servizio e un emporio diventa accoglienza»; o quella che non si è mai interrotta alla Caritas diocesana di Rimini, dove in questi mesi «gli anziani non sono stati lasciati mai soli», dicono, e dove «la felicità è il dono che si riceve aiutando chi è più fragile».

Ma sono a migliaia gli interventi che si possono scoprire, attraverso la mappa che in trasparenza racconta ogni gesto, momento per momento, luogo per luogo. La fotografia del Paese reale, quello che vive della disponibilità di mettersi in gioco. Fatto di persone pronte ad aiutare e a farsi aiutare, nel dono della reciprocità.

(In collaborazione con il Servizio CEI Promozione Sostegno Economico alla Chiesa)