SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Catechisti Parrocchiali: la fraternità si verifica attraverso la condivisione

Vi proponiamo un altro appuntamento con la catechesi di don Roberto Laurita sul “sovvenire” pubblicata nel numero di aprile scorso sul mensile delle paoline Catechisti Parrocchiali dal titolo “Fratelli e sorelle di tutti…presenti nel mondo”. Quando Luca scrive gli Atti degli Apostoli, verso l’anno 80, il grande commercio internazionale, favorito da Roma, continua ad affamare […]
19 Settembre 2018

Vi proponiamo un altro appuntamento con la catechesi di don Roberto Laurita sul “sovvenire” pubblicata nel numero di aprile scorso sul mensile delle paoline Catechisti Parrocchiali dal titolo “Fratelli e sorelle di tutti…presenti nel mondo”.

Quando Luca scrive gli Atti degli Apostoli, verso l’anno 80, il grande commercio internazionale, favorito da Roma, continua ad affamare le province. I cristiani a cui Luca si rivolge non sfuggono a questa situazione. Alcuni probabilmente hanno partecipato al grande movimento di solidarietà internazionale, suscitato da Paolo per sovvenire alle necessità dei bisognosi (Gal 2,10; 2Cor 8-9; Rm 15,26-28; At 24,17). Ascoltando il racconto dell’aiuto portato da Barnaba e Paolo in Giudea, essi scoprono di essere sulla buona strada.

CRISTIANI PRESENTI

I cristiani si considerano come compagni di strada, interamente solidali con gli abitanti della terra. Assieme a questi, essi si sentono impegnati nella trasformazione del mondo. Così prendono posizione contro tutto ciò che sfigura l’umanità, si rendono presenti nel cuore del mondo, là dove i problemi sono brucianti, per cercare, alla luce del Vangelo, di aiutare a risolverli.

Il mondo è complesso ed è contemporaneamente bello, ma anche estremamente brutto. Le guerre si moltiplicano e persone innocenti vengono uccise o segnate per sempre... La miseria e le malattie colpiscono tante persone… Molti uomini e molte donne rimangono senza lavoro… Ma, proprio davanti a tutto questo, non mancano coloro che, mettendo in pericolo la loro vita, tentano di costruire la pace, nella giustizia… Cercano rimedi per guarire dalle malattie... Realizzano convogli umanitari... Si attivano per instaurare il dialogo... Si mobilitano contro la povertà... Inventano soluzioni per chi è disoccupato...

 FRATELLI E SORELLE DI TUTTI

I cristiani si considerano «fratelli e sorelle»: che nome splendido è questo!

I fratelli e le sorelle sono chiamati a sostenersi a vicenda. Quando uno di essi attraversa un periodo di difficoltà, gli rimangono accanto per sostenerlo.

I fratelli e le sorelle condividono gioie e pene. Si interessano l’uno dell’altro e si preoccupano che ognuno abbia il necessario per condurre la sua esistenza con dignità. Tra i fratelli e le sorelle non dovrebbe capitare che qualcuno ha troppo e altri non hanno nulla.

La fraternità si verifica attraverso la condivisione!

Come ha scritto Giustino, filosofo palestinese e padre della Chiesa, morto martire verso il 164: «Chi di noi ha qualcosa soccorre tutti quelli che sono nel bisogno… Coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che si raccoglie è deposto presso colui che presiede, ed egli soccorre gli orfani, le vedovee coloro che, per malattia o per altra ragione, sono nel bisogno; anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori (Prima apologia dei cristiani, cap. 67, 6).

L’ESEMPIO DI MARTINO

Era una notte di inverno dell’anno 334 e il gelo spaccava le pietre nelle vie di Amiens, una città della Francia. Avvolto nel suo caldo mantello di lana, la testa infossata nelle spalle, per sentire di meno il morso del freddo, un giovane legionario di 19 anni fa accelerare l’andatura al suo cavallo. Martino ha molta fretta di arrivare in caserma, dove sa di trovare una minestra calda ad attenderlo e, soprattutto, di essere al riparo da quel vento freddo a cui è esposto.

Alla svolta di un vicolo un poveretto, vestito di stracci, si lamenta, intirizzito dal freddo. Martino, malgrado il vivo desiderio di rientrare al più presto, ferma il cavallo. Scruta nel buio per distinguere i lineamenti di quella persona, ma vede solo uno sguardo che sembra esprimere tutta la disperazione del mondo. Il giovane è scosso dalla pietà. Fra poco, quando immergerà il cucchiaio nella sua zuppa calda e tenderà le mani verso il fuoco, quel vecchio sarà sempre presente nel suo ricordo. Il solo pensiero che un essere umano passi tutta la notte in quel freddo insopportabile lo fa rabbrividire. E allora, quasi senza pensarci, sgancia i fermagli del proprio mantello, sguaina la sua spada da soldato e taglia in due la spessa stoffa del suo mantello. Ne offre la metà all’uomo che Dio ha messo sul suo cammino.

 «Mi hai coperto con il tuo mantello». In quella notte Martino si sveglia di soprassalto e si mette a sedere sul letto. Il suo vicino di posto borbotta, infastidito perché è stato svegliato. Martino mormora una scusa e si corica di nuovo sotto la coperta. Ma come può riaddormentarsi dopo quel sogno? Gli è apparso Gesù ed era vestito come quel mendicante, mezzo morto di freddo, che ha incontrato quella sera, e gli ha detto: «Tu, Martino, che non sei stato ancora battezzato, mi hai coperto con il tuo mantello».

L’AMORE NON HA LIMITI…

… può arrivare molto lontano, percorrere migliaia di chilometri, raggiungere la Thailandia e lì, in particolare, molti ragazzi disabili, che non possono correre, saltare, giocare come tanti loro coetanei. I missionari hanno incontrato uno di loro, Chai, un bambino con gravi problemi alle gambe, fin dalla nascita. Era incapace di camminare perché stava sempre sdraiato su una stuoia e lì mangiava e dormiva. Non sapeva leggere, né scrivere perché non lo avevano mai portato a scuola.

Per lui e per quelli che hanno le stesse difficoltà è stato costruito il Centro San Giuseppe. Lì Chai ha cominciato a studiare, ma anche a fare lunghi esercizi ed è riuscito, infine, a stare sulle proprie gambe. I suoi progressi hanno meravigliato ed emozionato i suoi genitori.

Come si è potuto realizzare un sogno così bello? Grazie all’aiuto di tanti, che hanno donato qualcosa del loro o hanno semplicemente messo una firma a favore dell’8xmille alla Chiesa Cattolica: tante gocce che sono diventate un mare di bontà e di generosità.

La storia di Chai e dei ragazzi disabili in Thailandia.