SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Casa Ilaria a Pisa / Il sogno della fraternità qui è una realtà da vivere ogni giorno

Uno dei vincitori di 8xmille senza frontiere 2021 è stato Toscana Oggi, il settimanale delle diocesi della regione. L’articolo finalista, di don Maurizio Gronchi, racconta di Casa Ilaria, il progetto che si articola in una struttura multifunzionale combinando turismo e ristorazione solidale, agricoltura sociale e laboratori creativi, pet-therapy e ippoterapia. Oltre a sostegno psicologico e […]
26 Luglio 2021

Uno dei vincitori di 8xmille senza frontiere 2021 è stato Toscana Oggi, il settimanale delle diocesi della regione.

L’articolo finalista, di don Maurizio Gronchi, racconta di Casa Ilaria, il progetto che si articola in una struttura multifunzionale combinando turismo e ristorazione solidale, agricoltura sociale e laboratori creativi, pet-therapy e ippoterapia. Oltre a sostegno psicologico e psicoterapia, attività fisica, percorsi formativi ed esperienze culturali. Avviata nel 2016, l’opera si sta concretizzando grazie all’importante contributo dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Oltre al sostegno di tanti donatori e partner. È stato anche realizzato un video da TV2000 che mostra con le immagini le attività dell’antico sito monastico della Badia di Carigi a Montefoscoli dove si coniuga accoglienza, spiritualità ed ospitalità.

Casa Ilaria è un grande sogno collettivo, che diventa realtà». Laura Capantini, presidente della Fondazione che ha promosso la struttura, fa riferimento alle parole di Papa Francesco: «Dobbiamo perseverare sulla strada dei sogni», ha scritto nella Christus vivit, e nella nuova encliclica Fratelli Tutti ribadisce: «i sogni si costruiscono insieme».

Nel cuore delle colline toscane, a Montefoscoli, in provincia di Pisa, in un antico sito monastico - la badia di Carigi - si realizza un progetto speciale di ospitalità e ristorazione, agricoltura sociale, laboratori e attività formative, culturali e spirituali, eventi di socialità e incontro insieme alle persone più fragili.

Il progetto, spiega la presidente Capantini, promosso dalla Fondazione e dalla Cooperativa sociale azienda agricola Casa Ilaria, nasce in ricordo di suor Ilaria Meoli, medico, infettivologo, suora carmelitana, scomparsa prematuramente a soli trentasette anni, il 10 marzo 2007 in Repubblica Centrafricana, mentre si dedicava alla costruzione di un ospedale intitolato a Giovanni Paolo II, specializzato nella cura delle malattie infettive. «Sulla scia della testimonianza della sua vita, spesa accanto e per i più deboli - sottolinea la presidente - un gruppo di amici e volontari, con la consulenza spirituale di don Maurizio Gronchi, ispirandosi ai valori dell’accoglienza e della cura della vulnerabilità, della libertà e della gratuità, ha dato vita questo luogo speciale, in cui la storia millenaria, la bellezza del creato, la generosità e l’impegno infaticabile di tanti volontari convergono a costruire "una casa per tutti" e in particolare per chi si trova in condizione di svantaggio, handicap, povertà ed emarginazione, offrendo opportunità di compagnia e crescita, ma soprattutto inserimento lavorativo e occupazionale».

L’opera, avviata nel 2016, si sta concretizzando grazie ai fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica, e al sostegno di tanti donatori e partner che offrono gratuitamente la loro professionalità, il loro lavoro, i materiali per costruire e lavorare.

Il progetto, racconta ancora Laura Capantini, «mette radici sulla collina di Carigi nel 2017, con il restauro della Cappella dei Santi Ippolito e Cassiano, compiuto grazie al generoso e incoraggiante contributo del cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale emerito del Sinodo dei vescovi». Alla consacrazione della Cappella - memoria storica dell’antica Badia, fondata dai monaci Camaldolesi grazie a una donazione dei fratelli Ubaldo e Farolfo nel 1024 - segue immediatamente la posa della prima pietra per la ricostruzione dell’edificio principale: una cascina leopoldina, che diverrà luogo di ospitalità e ristoro per singoli, gruppi e famiglie, completamente accessibile a ogni tipo di disabilità.

E proprio in vista dell’apertura di questa struttura, Casa Ilaria avvia «Ristorazioni», un percorso di formazione alla professione di cameriere di sala e aiuto in cucina, che coinvolge sei giovani con autismo: «Beatrice, Diego, Gabriele, Leonardo e Vittoria sono i nostri camerieri speciali, insieme a Jacopo, aspirante pasticciere». Il corso viene ospitato al ristorante «Il Cavatappi» di Calcinaia, dove i ragazzi si misurano con il servizio ai tavoli e i clienti, superando in modo stupefacente i loro limiti e i nostri pregiudizi, in un’esperienza di reale integrazione, grazie alla dedizione di Simone Brogi, il presidente della Cooperativa sociale Casa Ilaria e della sua famiglia, in collaborazione con l’associazione Autismo Pisa (progettoRistorAzioni su Facebook).

Parallelamente, da tre anni è ormai operativa l’agricoltura biologica e sociale, attività in cui sono stati inserite oltre dodici persone in situazione di svantaggio e marginalità: «I dodici ettari di terreno che circondano Casa Ilaria sono coltivati a orto, frutteto e seminativo. I prodotti vengono venduti in loco e attraverso gruppi di acquisto solidale».

Recentemente, nel mese di settembre, si è inaugurato il Centro Polifunzionale intitolato al prof. Mario Guazzelli, concluso grazie all’aiuto della Fondazione Iris, dove sono attivi i servizi di ascolto e consulenza psicologica - già avviati telefonicamente durante il periodo di lockdown - gli incontri a sostegno del lavoro agricolo e i laboratori di canto&danza, yoga, e arteterapia.

L’arte infatti, spiega la presidente Laura Capantini, è un’altra delle grandi risorse di Casa Ilaria: «L’ultima iniziativa - del 26 settembre scorso - è stata l’inaugurazione di una Via Crucis, donataci dal curatore d’arte Filippo Lotti, che ha coinvolto quattordici artisti toscani, a cui è stata affidata la rappresentazione di una stazione da collocare nella Cappella. Un’opera corale, una sfida di armonizzazione delle differenze e di valorizzazione dei diversi talenti, che ben rappresenta Casa Ilaria. Un luogo dove la cura della terra e delle relazioni, nelle loro drammatiche fragilità, il benessere del creato e la dignità umana vengono "coltivate" insieme, attraverso azioni concrete, quotidiane che vincano "la cultura dello scarto". Dove tutti sono accolti nella condivisione della propria radice di vulnerabilità e nel proprio destino di felice salvezza, e a ciascuno è chiesto non tanto chi è, ma per chi è, a chi dona la sua vita, per che cosa passa su questa terra, come ci insegna Papa Francesco». Uno spazio in cui sperimentare che «in questi momenti, nei quali tutto sembra dissolversi e perdere consistenza, ci fa bene appellarci alla solidità che deriva dal saperci responsabili della fragilità degli altri cercando un destino comune» (Fratelli tutti) e che, come afferma l’assistente spirituale, don Maurizio Gronchi, «l’amore sconfinato è la vera cura della malattia di un mondo chiuso nell’egoismo».

Per saperne di più, www.casailaria.it, progettocasailaria su Facebook.