SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Assisi ecumenica: le Chiese di fronte alla ricchezza, alla povertà e ai beni della terra

Un’immagine, un titolo, un luogo. Queste sono nell’ordine le sensazioni che ho percepito quando ho ricevuto l’invito a partecipare alla tavola rotonda sul finanziamento economico delle Chiese organizzata dal Segretariato attività ecumeniche (Sae), associazione interconfessionale di laici per l’ecumenismo e il dialogo. Ognuno degli elementi presenti nel depliant ha un dritto e un rovescio, ha […]
25 Settembre 2018

Un’immagine, un titolo, un luogo. Queste sono nell’ordine le sensazioni che ho percepito quando ho ricevuto l’invito a partecipare alla tavola rotonda sul finanziamento economico delle Chiese organizzata dal Segretariato attività ecumeniche (Sae), associazione interconfessionale di laici per l’ecumenismo e il dialogo.

Ognuno degli elementi presenti nel depliant ha un dritto e un rovescio, ha un significato e il suo contrario: vi è la spiga rigogliosa e piena di chicchi e quella reclinata e mezza vuota, vi è la parola ricchezza ma anche povertà, c’è un luogo – Assisi –la città di S. Francesco ma anche un paese ricco per il turismo.

Allora mi sono subito chiesto: ma il denaro, tra i vari significati opposti che può assumere, con quale accezione  si colloca all’interno della Chiesa cattolica? E per le altre Chiese cristiane?

E’ proprio questa la domanda alla quale ha cercato di rispondere la tavola rotonda a cui con grande emozione ho partecipato insieme a Bruno Bellion (pastore della Chiesa valdese) e Ionut Radu (prete Ortodosso) all'inizio di agosto.

Una dialogo tra cattolici, protestanti, ortodossi irripetibile e soprattutto coraggioso per il tema affrontato – il finanziamento economico delle Chiese - spesso causa di molti fraintendimenti ed equivoci non solo tra la gente ma anche tra le varie confessioni stesse.

Come sottolineato dalle tre voci cristiane presenti, l’aspetto economico e la riflessione tra ricchezza e povertà, sono tematiche antiche, presenti fin dal sorgere delle prime comunità cristiane. Non è dato abitare sulla terra e camminare nella storia senza beni: il problema è come gestirli.

L’incontro ha offerto dunque la possibilità di spiegare con trasparenza come le chiese si sostengono. La Chiesa cattolica e le Chiese valdese e metodista – in ragione rispettivamente del Concordato (rinnovato nel 1884) e del Patto d’integrazione (Intesa, 1975) – partecipano al gettito dell’8xmille. La Chiesa Ortodossa romena in Italia, ha appena iniziato il lungo cammino verso l’Intesa.

Durante la tavola rotonda, ho sottolineato come l’impatto del Concilio Vaticano II sulla vita della Chiesa cattolica abbia portato, per quanto riguarda l’ambito economico, a superare il sistema beneficiale (legato a un altro tempo e a un’altra coscienza), ed affidare il sostentamento del clero, – e non solo quello – alla fiducia che la Chiesa raccoglie tra i propri fedeli e nella comunità civile in generale. Nei fedeli e praticanti è fotografata dalle offerte deducibili per il sostentamento del clero; nella comunità civile è dimostrata dalla destinazione annuale libera della quota pro capite dell’8xmille. Un attestato di fiducia importante che può essere conservato solo attraverso un uso assolutamente trasparente delle risorse ricevute e attraverso una informazione chiara e puntuale necessaria in tempi di fake news.

Il pastore Bruno Bellion ha ripercorso con grande emozione e trasporto la storia della propria Chiesa. Nato da una scelta di povertà attorno al 1176, il movimento valdese, poi organizzato come Chiesa riformata, ha mantenuto come base economica le offerte liberali dei credenti. Ottenuti i diritti civili e politici nel 1848, è stata la prima confessione cristiana a raggiungere l’Intesa nel 1984. L’adesione al sistema di finanziamento tramite il gettito fiscale è stato oggetto di anni di discussioni e nel 1991 è stata decisa la partecipazione all’8xmille.

Padre Ionut Radu ha spiegato che la diaspora della Chiesa ortodossa romena in Italia è riconosciuta dallo Stato ma non ha ancora l'Intesa quindi non ha accesso all’8xmille, in compenso però è esente dal pagamento dell'IMU. Inoltre essendo un’entità giuridica in Italia, non può essere sostenuta dallo Stato romeno e quindi vive esclusivamente di donazioni, contributi delle parrocchie, collette. Grazie a questi proventi, ha sottolineato padre Radu, la Chiesa riesce a realizzare in Italia e Romania progetti sociali per i poveri e bisognosi.

Una tavola rotonda che oltre a restituire un volto solidale alla parola denaro è diventata lo spunto per sottolineare come le Chiese in materia di 8xmille possono passare da possibili competitors e rivali (anche in ambito promozionale) a lavorare insieme come nel progetto ecumenico dei corridoi umanitari che vede uniti la Comunità di Sant’Egidio, la Tavola valdese e la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.

Paolo Cortellessa