Siamo nell'anno del Giubileo della Misericordia e tutto il mondo cristiano è coinvolto in un processo di trasformazione dei cuori, in una trasfigurazione umana per dare un senso nuovo alla realtà, per aderire al significato profondo che Papa Francesco ha attribuito a questo grande evento della Chiesa universale.
C'è tanta gente che delle opere di misericordia ne ha fatto ragione di vita ad esempio i sacerdoti dei quali il Papa trova sempre l'opportunità di sottolineare il loro ruolo, la loro missione, il loro essere "pastori del proprio gregge". Infatti, in occasione dell'incontro con le persone disabili l'11 giugno scorso, il Santo Padre ha detto: "Credo che oggi nella pastorale della Chiesa si fanno tante cose belle, tante cose buone: nella catechesi, nella liturgia, nella carità, con gli ammalati tante cose buone. Ma cè una cosa che si deve fare di più, anche i sacerdoti, anche i laici, ma soprattutto i sacerdoti devono fare di più: lapostolato dellorecchio: ascoltare!". L'ascolto è indispensabile per capire i problemi delle persone, per penetrare nel cuore di chi soffre e si chiude al mondo in preda alla disperazione; l'ascolto è dono ma anche accoglienza. Papa Francesco insiste molto affinché i sacerdoti aguzzino la loro capacità di ascolto, di accoglienza, di apertura alla realtà in questa epoca difficile per la crisi economica, che da noi non finisce mai, ma che distrugge intere nazioni in preda al sottosviluppo, alla povertà, alle guerre. Questo scenario ha sconvolto il mondo, provoca la trasmigrazione di milioni di esseri umani dall'Africa, dal Medio Oriente e dall'Asia, che si riversano verso l'opulenta Europa per cercare di sopravvivere, per cercare di dare ai propri bambini una speranza per il futuro.
L'Italia, in questo scenario, è la nazione che viene maggiormente coinvolta nell'accoglienza di profughi da quelle terre e cerca di rispondere al meglio. Un ruolo fondamentale nel fronteggiare questa ondata umana in Italia la sta svolgendo la Chiesa italiana con i sacerdoti in prima linea ed oggi ancora più coinvolti dopo che il Papa ha sollecitato ad aprire le Chiese per accogliere i bisognosi e offrire accoglienza ad una famiglia in ogni parrocchia.
L'Arcidiocesi di Matera-Irsina è stata sempre accogliente; Matera, per la sua secolare posizione di crocevia di traffici e culture, da sempre ha visto attraversare il suo territorio da gente di ogni razza. Da tempi non sospetti ha accolto poveri, pellegrini e rifugiati che hanno trovato in alcune strutture della Chiesa locale un tetto e un pasto caldo.
La Caritas diocesana svolge ottimamente il suo ruolo in questo campo ma esiste a Matera un'altra struttura che accoglie persone bisognose offrendo loro ascolto, pasti caldi e accoglienza ed è situata presso la parrocchia S. Rocco, retta da una bravo sacerdote, don Angelo Raffaele Tataranni.
La canonica della chiesa è stata ristrutturata ricavandone locali per accogliere dignitosamente 15 persone di tutte le provenienze, anche richiedenti asilo politico. Inoltre, frequentemente, ospita anche detenuti usciti in affidamento oppure per permessi giornalieri. La mensa assicura 20-25 pasti giornalieri anche a persone indigenti locali. Nella parrocchia esiste un centro di ascolto che distribuisce alimenti, vestiario e quanto altro necessario per superare le principali difficoltà.
La Chiesa è sempre aperta ed i suoi locali ospitano associazioni diverse come "Avvocati di strada", "Padri separati", Basilicata Mozambico, paese nel quale si sono realizzati molti progetti. Egli é instancabile nelle attività pastorali ed esprime il suo amore per la Chiesa attraverso il servizio della Parola, la celebrazione dei sacramenti - in special modo quello dell'Eucaristia - e l'ascolto degli emarginati. Don Tataranni é rettore del Santuario di Santa Maria della Palomba dove sporadicamente accoglie persone in difficoltà, fa parte del Consiglio presbiterale ed è membro del Capitolo cattedrale.
Non manca l'aiuto economico che proviene dalla comunità parrocchiale, ma sempre presenti sono il sostegno della diocesi, delle risorse provenienti dall8xmille e dalle Offerte liberali intestate allIstituto Centrale Sostentamento Clero che, peraltro, provvede anche alla remunerazione dei preti diocesani. Infatti, oggi le offerte riescono a coprire soltanto il 2% del sostentamento dei sacerdoti. Il resto è assicurato dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso l'8xmille, oltre che da eventuali altre fonti, quando ricorrono, ad esempio la remunerazione proveniente dall'insegnamento nelle scuole.