Dopo l'articolo del settimanale di Crema (In Cerchio di aprile), in questo numero vi proponiamo un altro vincitore del bando giornalistico nazionale 8xmille senza frontiere 2017-2018 (FISC/CEI) pubblicato su Nuova Scintilla di Chioggia, a cura di Elena Ballarin.
L’Emporio della Solidarietà voluto dal vescovo Adriano quale attuazione concreta del Giubileo della Misericordia, appare oggi come la più importante opera realizzata a Chioggia grazie all’8xmille. Si trova a Borgo San Giovanni, in via Berlinguer, è di proprietà della Diocesi ed è gestito dalla Caritas diocesana.
Qui le famiglie in difficoltà temporanea possono ricevere, previo un colloquio con i centri di ascolto Caritas o i servizi Sociali, una card caricata con punti spendibili nell’emporio. Centinaia di persone ne hanno già usufruito, gli utenti sono principalmente famiglie con uno o due bambini o famiglie unipersonali. Le card sono caricate in base al bisogno e alla numerosità dei componenti della famiglia. L’intervento di sostegno concreto al reddito familiare non è una presa in carico che cronicizza una situazione di bisogno, ma un accompagnamento verso l’autosufficienza grazie all’educazione all’uso del denaro, alla scelta del cibo, e ad una riflessione sull’uso del proprio tempo (è “vitale” lo shopping del sabato?). In questa logica la durata dell’accompagnamento non dovrebbe superare i sei mesi.
L’anno 2017 è stato il primo anno di attività dell’Emporio, un anno di prova, ma si intravvede già che l’organizzazione sta andando a regime. Era previsto infatti che nel giro di tre anni l’emporio giungesse ad autosostenersi ma questo obiettivo potrebbe essere raggiunto persino con un anno di anticipo.
I prodotti alimentari provengono per la maggior parte da eccedenze di magazzino (è recentemente stata approvata una legge per il recupero e utilizzo dei cibi vicini alla scadenza), oltre che da donazioni, mentre per le spese di utenze e personale l’Emporio si sostiene anche grazie a convenzioni con gli enti pubblici secondo la logica che l’emporio fornisce al territorio un servizio utile e che funziona, sollevando in questo modo le amministrazioni locali. “Il cibo non va mai sprecato, le eventuali eccedenze dell’Emporio stesso sono redistribuite ad altri enti della diocesi” ci tiene a sottolineare una motivata Gloria Busetto, coordinatrice all’Emporio.
Commenta con impegno, e meritata soddisfazione, don Marino Callegari direttore della Caritas diocesana: “I conti devono tornare perché l’esperienza abbia un seguito, la precisione dei bilanci e l’inquadramento legislativo permettono di lavorare con tranquillità lasciando spazio, tempo ed energie per costruire relazioni con gli utenti”. “L’opera di carità non può non avere una dimensione imprenditoriale – continua don Marino -: investire nel sociale non è prosciugare energie, ma al contrario significa produrre nuove attività. Fare del bene costa e richiede professionalità, competenze e saper investire sulle persone. Ecco perché in questi anni gli sforzi della Caritas si concentrano sulla formazione delle persone”.
Gli operatori dell’Emporio hanno seguito un corso sui temi della consapevolezza di sé e quindi sulle motivazioni personali, ora stanno per seguirne un altro incentrato sul rapporto con gli utenti; a questi seguiranno anche corsi specifici sulla sicurezza alimentare e sulla privacy. “Quando si opera bene si ottengono risultati durevoli” conclude don Marino. Il sistema dell’Emporio è un modello di impresa che funziona, infatti sta per aprire un emporio analogo a Ca’ Venier in stretta collaborazione con quello di Chioggia.
Elena Ballarin