Divorzio e separazione: secondo un’indagine Istat del 2015 gli elementi più ricorrenti per quanto riguarda i padri separati vanno dal rischio povertà al ruolo di “genitore di serie B”, dalla perdita di lavoro, all’isolamento e panico. E la Chiesa scende in campo. Tante diocesi italiane da qualche mese hanno deciso di utilizzare per i separati e i divorziati i fondi dell'8xmille destinati alla carità. Per questa, che è un' emergenza diffusa in tutta Italia, l’ultima struttura ha aperto lo scorso 13 gennaio. In un suo articolo Paolo Rodari (la Repubblica, 12 gennaio 2018) da’ un’ampia panoramica dell’impegno delle diocesi che hanno dato risposte concrete a questa nuova povertà.
A partire da Albano dove sabato 13 gennaio Monsignor Marcello Semeraro, Vescovo della cittadina laziale e segretario del C9, il Consiglio dei cardinali che aiuta il Papa nella riforma della Curia, ha inaugurato la casa Monsignor Dante Bernini. Situata sul litorale di Tor San Lorenzo, ospiterà otto uomini (sette gli italiani) divorziati e separati – "non faccio distinzioni", dice Semeraro - che potranno vivere lì anche con i propri figli durante il tempo in cui sono loro affidati.
Rodari ricorda le parole di Papa Francesco a Varginha, nel 2013, quando disse, durante una visita nella favela di Rio de Janeiro, "La carità non va in vacanza". Lo sanno i tanti presuli che tutti i giorni vedono padri separati bussare alle proprie porte. Spesso usano le mense della Caritas per mangiare insieme ai figli. Ma la sofferenza più grande, per loro, è non avere un luogo in cui poter vivere insieme, una casa in cui poter dormire assieme.
"Dal 2013, a Fano, grazie a 65mila euro messi a disposizione dalla CEI, -scrive il giornalista- la parrocchia San Cristofaro ha potuto realizzare un centro di accoglienza per quelli che il parroco, don Mauro Bargnesi, fondatore della casa Padre sempre, definisce ‘i nuovi poveri’. Così a Foggia, la diocesi ha messo a disposizione quella che per molti anni è stata la Casa del clero. Per i separati, è stata prevista anche una ‘coppia tutor’ incaricata di cercare di migliorare il rapporto con la coniuge e i figli. Per i Vescovi, infatti, così anche ad Albano, lo scopo non è soltanto quello di dare accoglienza, ma se possibile di aiutare i separati a recuperare il rapporto interrotto.
"La Casa Francesco per padri separati di Prato -si legge ancora nell'articolo- è stata inaugurata dalla Caritas della parrocchia di Santa Maria delle Carceri con l' associazione Insieme per la famiglia. Ha spiegato Monsignor Carlo Stancari: ‘È una riposta ai papà separati. Esistono strutture per minori o donne ma non per quegli uomini che si sono divisi dalle rispettive mogli. Queste persone hanno subìto un fallimento affettivo con la separazione, ma è giusto che continuino ad avere un rapporto con i loro figli. Abbiamo voluto, quindi, dare una risposta, un aiuto a quei papà che hanno uno o più figli’.
"La Caritas di Palermo -continua Rodari- ha messo a disposizione un appartamento. La struttura può ospitare fino a dieci persone. Anch' essa si avvale dei fondi dell'8xmille e rientra nel programma Housing first che coinvolge 15 Caritas siciliane. Michele - il nome è di fantasia - è stato il primo padre separato a essere accolto. Quando ha bussato alle porte del centro d' ascolto aveva 51 anni. Aveva perso il lavoro e dopo mesi di crisi con la moglie, con cui è sposato da 30 anni, era in fase di separazione. Dopo la permanenza nell' appartamento ha ritrovato il lavoro ed è riuscito a riavvicinarsi alla moglie. Dice: ‘Essermi ritrovato a 50 anni senza un'occupazione, dopo aver lavorato una vita intera e con le difficoltà economiche che un licenziamento ha comportato, è stato anche motivo di forte crisi familiare e coniugale. Adesso desidero ricostruire la mia famiglia’”.