SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

8xmille alla Chiesa cattolica / Monzio Compagnoni: “Nulla di scontato”

Le dichiarazioni del 2020 (su redditi 2019) hanno registrato – secondo i dati messi a disposizione dal Ministero dell’economia e delle finanze – un calo di circa un milione di firme per la Chiesa cattolica e un corrispondente contemporaneo aumento nei confronti dello Stato. È vero che eravamo nel cuore della prima ondata di pandemia […]
16 Marzo 2022

Le dichiarazioni del 2020 (su redditi 2019) hanno registrato – secondo i dati messi a disposizione dal Ministero dell’economia e delle finanze – un calo di circa un milione di firme per la Chiesa cattolica e un corrispondente contemporaneo aumento nei confronti dello Stato. È vero che eravamo nel cuore della prima ondata di pandemia e che certamente il senso civico di tanti italiani li ha portati, forse, a guardare alle istituzioni pubbliche più in difficoltà, specialmente quelle sanitarie. È vero che restano sempre una larghissima maggioranza le preferenze raccolte dalla Chiesa cattolica (oltre 12 milioni di firme, più del 70% di quelle espresse). Però il segnale non può essere trascurato, perché si tratta del più forte calo di consensi mai registrato da quando c’è l’8xmille. Ne parliamo con Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Questo calo di consensi la preoccupa?
Non direi, visto il contesto in cui questi numeri sono maturati. Sono però dei dati che ci devono far riflettere. Da quando, poco più di 30 anni fa, il sistema dell’8xmille è andato a regime, si è consolidata una sorta di convinzione che le percentuali dei firmatari saranno sempre le stesse. 

E invece, non è così?
Non è detto. Di queste risorse è sempre stato fatto un buon uso: scrupoloso, accuratamente rendicontato e che ha prodotto risultati straordinari in termini di servizio ai poveri, manutenzione dei beni culturali della Chiesa, sostegno all’azione pastorale. Forse però è giunto il momento di fare un passo avanti ulteriore. 

A cosa si riferisce?
Le rispondo con le parole del Card. Attilio Nicora, scomparso a 80 anni nel 2017, che per anni ha offerto un contributo fondamentale al cammino del “sovvenire” nella Chiesa italiana. Diceva Nicora: “La verifica dell’autenticità di uno spirito di comunione e di corresponsabilità, è la disponibilità che uno ha di mettersi a tal punto dentro, da mettere insieme anche la questione delle risorse, dei mezzi economici, delle necessità che la Chiesa ha di sostenersi per vivere e per esercitare la propria missione”. Ecco allora la domanda da farci: fino a che punto siamo dentro, nel cammino della nostra Chiesa? Fino a che punto la sentiamo veramente nostra? 

Chi deve dare una risposta a questa domanda?
Tutti coloro che si sentono parte della Chiesa. La Chiesa non è ricca e non deve mai ambire ad esserlo. Accettando l’8xmille ha fatto comunque una scelta di povertà: dipendere dalle firme dei cittadini. In ogni diocesi, in ogni parrocchia, in ogni famiglia bisogna ritrovare quindi quello slancio che ci fa dire: “la mia firma è fondamentale, perché le necessità della Chiesa riguardano anche me”. L’8xmille, è vero, non costa nulla a chi firma, ma non può mai essere dato per scontato. L’impegno a far crescere le firme e a sostenerle riguarda tutti, nessuno escluso. La pandemia e il calo di consensi che c’è stato, ce lo hanno ricordato con provvidenziale forza.

(A cura di Stefano Proietti)