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della Conferenza Episcopale Italiana

Un Natale speciale/1 >> Parroci missionari

Prete fidei donum della diocesi di Bolzano Bressanone, padre Pierluigi Fornasier celebrerà il 25 dicembre agli antipodi. Sull’isola di Atauro, a Timor Est, mancano elettricità e medici. Ma il sacerdote vi ha realizzato progetti artigianali e scuole. Sostenuto anche dalle offerte per il clero. Sognano un Natale di pace i bambini dell'isola di Atauro mentre aiutano […]
2 Agosto 2017
Prete fidei donum della diocesi di Bolzano Bressanone, padre Pierluigi Fornasier celebrerà il 25 dicembre agli antipodi. Sull’isola di Atauro, a Timor Est, mancano elettricità e medici. Ma il sacerdote vi ha realizzato progetti artigianali e scuole. Sostenuto anche dalle offerte per il clero.
 
Sognano un Natale di pace i bambini dell'isola di Atauro mentre aiutano padre Pierluigi Fornasier ad allestire il presepe sotto una capanna di paglia. Di sicuro sarà un Natale speciale, com'è da quando sulla piccola isola del Sudest asiatico, martoriata anch'essa da 25 anni di conflitto civile che hanno sconvolto Timor Est, di cui fa parte, è arrivato padre Fornasier, sacerdote diocesano fidei donum, davvero un "dono" dalla diocesi di Bolzano-Bressanone.
 
A Bolzano padre Pierluigi è nato 70 primavere fa ma nella città altoatesina non ha soggiornato a lungo. Fin dai primi tempi del sacerdozio ha coltivato la vocazione missionaria portando in giro per il mondo, soprattutto in Brasile dove ha trascorso 35 anni, il suo carattere schivo e generoso di friulano d'origine. Qui ad Atauro opera dal 2004 nel villaggio principale di VillaMaumeta e in quelli circostanti. Grazie a un temperamento energicoeaunafede che lo fortifica, oltre a tante attività di sostegno alla popolazione, ha portato anche cinque nuove cappelle. Il territorio dell'isola dove vivono circa 8mila persone non è semplice da percorrere. Poche sono le strade. I collegamenti, per lo più viamare, avvengono a bordo di piccole imbarcazioni primitive.Ma la rete di cappelle messa in piedi da padre Fornasier crea unità tra i fedeli dando alla fede anche i suoi luoghi. Così avverrà a Natale. Il 24 dicembre, chi a piedi dopo anche una o due ore di cammino, chi via mare sfidando le onde, i fedeli di Atauro si riuniranno sulla spiaggia del villaggio diMaquiliper  stringersi attorno al sacerdote che celebrerà solennemente la messa in riva al mare. «Qui tutti vogliono un gran bene a padrePierluigi e gli dimostrano continuamente affetto e reverenza» racconta Gianfranco Ferro, membro del gruppo missionario ‘Regina Pacis’ di Bolzano, che ha contribuito a realizzaremolti progetti.
 
«Padre Fornasier» spiega Ferro «si è curato molto della pastorale del lavoro, ha sempre cercato di elevare questa popolazione un po’ abbandonata dando vita a corsi di alfabetizzazione, di elettronica, di cucito.Ha insegnato poi alla gente del posto a coltivare la terra con verdure che qui prima non c'erano come i peperoni, le melanzane, il pomodoro. Da questa esperienza è nato anche un ristorante che ha preso il simpatico nome di “Manucoco- rec”, cioè il gallo che canta, e che oggi è frequentato da quei non numerosissimi turisti che arrivano nell'isola ».
 
Lavoro come mezzo di promozione della dignità dunque, ma la dimensione liturgica non viene mai meno. «Padre Fornasier è molto preparato nella liturgia » afferma Ferro «e ha promosso diversi gruppi di preghiera e di formazione per conoscere più approfonditamente la Bibbia e il Vangelo». Quando è arrivato qui infatti, padre Pierluigi si è trovato di fronte una popolazione al 90% cattolica ma priva di una reale cultura religiosa. Così, con grande pazienza, il missionario si è messo a studiare la lingua locale, il tetum, e una volta in grado di padroneggiarla non si è risparmiato neanche nella diffusione della conoscenza dei testi sacri. Certo, racconta Ferro, «non è stata un'impresa facile: libri di grammatica non ce ne sono, né insegnanti che diano lezioni.Ma come sempre padre Pierluigi non si è scoraggiato e ha imparato il tetum parlando soprattutto con le famiglie e apprendendo man mano la lingua assieme a loro'». Ferro, che conosce padre Fornasier da quando erano ragazzi, con il gruppo missionario ‘Regina Pacis’ sta aiutando il sacerdote a costruire un acquedotto per il villaggio di Maquili.
 
E sono tanti i progetti in cui è impegnato il sacerdote che anche grazie all'aiuto del sovvenire, che lo sostiene in quanto prete diocesano all’estero anche attraverso le offerte dei fedeli italiani, potranno essere portati a termine. Nel 2012 i soldati dell'Onu inviati a stabilizzare la regione dopo i recenti conflitti andranno via. Gli abitanti del giovane Stato di Timor Est dovranno camminare allora sulle proprie gambe per assicurarsi un futuro di pace. Pace che passa anche attraverso il lavoro di padre Fornasier nella sua parrocchia di Atauro.
 
LA SCHEDA
 
Un Paese indipendente, ma ancora senza pace
 
Territorio: si trova nel Sud-est asiatico. Lo Stato, a maggioranza cattolica, è indipendente dall’Indonesia (a maggioranza musulmana) dal 2002.
 
Popolazione: 900 mila abitanti. Prevalgono le etnie malese-polinesiana e papuana, con minoranze cinesi.
 
Economia: agricoltura e pesca di sussistenza. Il Paese è povero , col 70% di disoccupati. Debole export di legname e caffè. Ancora poco sfruttati i giacimenti di gas e petrolio. Dipende fortemente dagli aiuti internazionali.
 
Storia recente: nel XVI secolo fu colonizzata da portoghesi e olandesi. Durante laSeconda guerra mondiale l’isola fu conquistata dai giapponesi, per poi tornare sotto il dominio di Lisbona. Un nuovo conflitto scoppiò nel 1975, in coincidenza con la rivoluzione dei garofani in Portogallo: Timor est dichiarò l’indipendenza dall’Indonesia,mafu invasa dall’esercito di Jakarta, dando il via ad anni di repressione, anche con ‘squadre della morte’ anti-indipendentiste. Dopo il ‘massacro di Dili’ del 1991, la comunità internazionale sostenne un referendum per l’indipendenza. La consultazione popolare nel 1999 segnò l’affermazione degli indipendentisti e l’intervento i caschi blu dell’Onu. Timor Est è indipendente dal 20 maggio 2002. Nel 2008 un fallito golpe militare ha attentato alla vita del presidente, José Ramos-Horta (premio Nobel per la pace 1996), ferendolo gravemente, e del premier Xanana Gusmão, rimasto invece illeso.