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Fotoreportage >> San Cristoforo, a Mezzano (Ravenna)

Un paese senza più grandi industrie. Un parroco che parla alle nuove generazioni. Una scommessa di vita da costruire. Ecco perché nel piccolo centro dell’hinterland di Ravenna la Giornata mondiale della gioventù è attesa. Come un passaggio di testimone. Tutto è pronto per la partenza. Destinazione Madrid. Dove dall’11 al 21 agosto si ritroveranno con migliaia […]
2 Agosto 2017

Un paese senza più grandi industrie. Un parroco che parla alle nuove generazioni. Una scommessa di vita da costruire. Ecco perché nel piccolo centro dell’hinterland di Ravenna la Giornata mondiale della gioventù è attesa. Come un passaggio di testimone.
 
Tutto è pronto per la partenza. Destinazione Madrid. Dove dall’11 al 21 agosto si ritroveranno con migliaia di giovani da tutto il mondo per la Giornata Mondiale della Gioventù 2011 insieme al Papa. Loro sono i ragazzi della parrocchia di San Cristoforo, a Mezzano, nel ravennate. Una cinquantina in tutto, con il parroco, don Federico Emaldi, per loro “Donfe”, classe 1971. Occuperanno un intero pullman dei 5 in partenza per la capitale spagnola dalla diocesi di Ravenna.
«Un’esperienza da cui si torna sempre più forti di prima» dice Lucia, 23 anni, laureanda in Scienze antropologiche a Bologna e alla terza Gmg. «È indescrivibile poter stare a contatto con persone di ogni provenienza, animate dalla stessa linfa vitale, attratte dalla stessa meta, che è Gesù». «Una volta mi hanno chiesto se avessi mai incontrato Dio. Ho risposto sì, alla Gmg – interviene Maria, 22 anni, fresca di laurea in architettura a Venezia, anche lei al terzo viaggio – Nessuna forza umana riesce a radunare tanti giovani in un clima di felicità interiore, di cui portiamo i frutti nelle nostre vite e nei rapporti con gli altri. Sentiamo il Signore in mezzo a noi». Quest’anno poi ci sono ancora più ragazzi da Mezzano, perché l’entusiasmo dei ‘veterani’ ha contagiato i liceali, coinvolgendoli anche nelle iniziative di autofinanziamento. «I più bravi nell’artigianato» prosegue Lucia «hanno realizzato collane e borse vendute nei mercatini, altri hanno puntato sulla vendita di torte una domenica al mese fuori dalla parrocchia».
 
In queste settimane di conto alla rovescia, ultimano la formazione spirituale. Andrea, 26 anni, medico tirocinante in ospedale ad Ancona, dopo qualche incontro con Donfe e gli altri ha deciso di preparare anche lui il suo zaino per Madrid. «Nei mesi è cresciuto in me ’interesse per la Gmg, e sarà la prima. Noi giovani abbiamo ideali e obiettivi. E siamo consapevoli delle nostre radici cristiane. Sono essenziali per aprirci al mondo e alle responsabilità che ci assumiamo ». Anche per Roberta, 21 anni, studentessa di Scienze della formazione a Bologna, la “carica” è arrivata negli ultimi mesi: «E le mie aspettative sono alte» dice.
 
La strada per la Gmg è solo una delle attività che nella parrocchia di Mezzano vede i giovani protagonisti. Punto di riferimento è la storica “Casa della Gioventù”, crocevia del volontariato: dal doposcuola per ragazzi in difficoltà all’asilo parrocchiale, dalla raccolta di viveri e indumenti per i poveri, al “Progetto Gemma” per le adozioni a distanza.
Passando per i campi estivi, i ritiri per le famiglie, i recital ogni anno dedicati ad una personalità della fede fino all’evento di Fognano, unico nella regione e forse in Italia: una due giorni di giochi, testimonianze e vita in comune nel grande convento-foresteria sopra Brisighella, a cui sono invitati tutti i ragazzi delle scuole medie del territorio.
 
Il punto è proprio questo: al contrario di quel che accade in tante parrocchie italiane, segnate dalla ‘fuga’ dei giovani dopo la cresima, qui fioriscono gruppi over 14 e over 18. Perlopiù studenti e lavoratori, che nella comunità diventano presto animatori ed educatori. Molti poi hanno dato una mano nel concorso 8xmille della Cei per le parrocchie “I feel Cud” (vedi pagg. 12-13). L’8xmille infatti qui era già uno strumento familiare, perché in passato con un contributo aveva aiutato la comunità a ristrutturare tetto e aule del catechismo.
 
Oggi Mezzano, poco più di 3mila anime, senza i suoi giovani sarebbe un paese diverso. Le sue orgogliose origini bracciantili (che in paese avevano portato anche a progetti culturali di rilievo, come il teatro, oggi in abbandono) si sono affievolite perché va riducendosi la quota di chi è impiegato nelle coltivazioni. Dieci anni fa ha chiuso il grande zuccherificio Eridania, che attirava addetti da tutto la provincia, e l’occupazione ne è stata sconvolta. Anche i trasporti ferroviari, nati con lo zuccherificio, ora sono carenti.
 
La missione di don Federico oggi è, oltre che formare le nuove generazioni, anche costruire ponti, in una zona di forti divisioni storiche (un secolo fa entrarono negli annali le insurrezioni popolari della settimana Rossa del 1914, che sfociarono a Mezzano anche nell’incendio della chiesa). È parroco in paese dal 2005: «Parlo a tutti, nessuno escluso» spiega oggi. «Busso a tutte le porte, anche solo per conoscerci, come durante la benedizione delle case». E lavora in team con le associazioni e con l’amministrazione comunale, ad esempio per la festa patronale.
 
«La terza domenica di ottobre tutti i paesi lungo il fiume ricordano la”grande rotta del Lamone” del 1839, quando la piena distrusse tutto ma non uccise» spiega don Federico. «In ringraziamento alla Madonna del Rosario, il 7 ottobre, decisero per una ricorrenza comune». È allora, tra gli altri eventi, che c’è il ricordo pubblico, con la benedizione del parroco, degli abitanti che celebrano l’anniversario delle nozze. “E’ un appuntamento molto sentito, segna il passare delle generazioni. C’è chi viene a messa solo per il venticinquesimo delle nozze. Per me è una porta che deve restare aperta».
 
CHI E’ L’AUTORE DEL PHOTOREPORTAGE
Francesco Zizola (Roma, 1962) è uno dei maggiori fotografi italiani. Ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, tra cui più volte il World Press Photo. Collabora con la Cei dal 1999