SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Dossier >> Gli spot TV 2011 girati all'estero

E’ a chi vive ai margini del boom economico indiano che si rivolgono gli interventi dell’8xmille girati all’estero che vedremo quest’anno nella campagna tv della Cei ‘Chiedilo a loro’. I filmati sono dedicati a due opere: la Casa d’accoglienza per bambine di strada, aperta dalle suore della Provvidenza, a Barrackpore, nel Bengala occidentale, nella diocesi […]
2 Agosto 2017
E’ a chi vive ai margini del boom economico indiano che si rivolgono gli interventi dell’8xmille girati all’estero che vedremo quest’anno nella campagna tv della Cei ‘Chiedilo a loro’. I filmati sono dedicati a due opere: la Casa d’accoglienza per bambine di strada, aperta dalle suore della Provvidenza, a Barrackpore, nel Bengala occidentale, nella diocesi di Calcutta. E l’Holy Spirit Hospital di Mumbai, metropoli ricolma di poveri, che qui trovano cure specialistiche gratuite o a bassissimo costo.
Nel nostro dossier abbiamo voluto anche documentare altri interventi 8xmille nel subcontinente indiano, che non rientrano nella campagna di comunicazione 2011, ma rendono un quadro efficace dell’impegno della Chiesa italiana, grazie alle firme dei fedeli italiani, su due fronti cruciali del futuro del pianeta, come il sostegno ai minori e ai poveri.
 
La sfida delle diseguaglianze nel grande Paese asiatico
 
Il futuro del mondo si gioca qui. L’India, potenza tecnologica in pieno decollo e nuova frontiera della finanza e della ricerca, oltre che maggior democrazia del pianeta, come ogni Paese emergente, vede aumentare le sue diseguaglianze interne. Un indiano su tre vive con meno di un dollaro al giorno. E questo ne fa ancora la patria di 1/3 di tutti i poveri del globo. Federazione di 28 Stati, tracciati per lo più lungo le numerose frontiere linguistiche, «l’India è lanciata verso traguardi che a noi appaiono irraggiungibili – ha scritto un global correspondent di lungo corso come Federico Rampini – Il numero dei suoi laureati supera quello degli abitanti della Francia e la qualità della sua formazione nell’hi-tech è riconosciuta ovunque. 
 
In Usa il 12% degli scienziati di tutte le facoltà è indiano, e addirittura il 36% dei matematici della Nasa. Ma ora i cervelli possono rimanere in India, visto che sono le multinazionali a venire qui». Talenti versatili, sempre più cosmopoliti. Destinati a crescere visto che su un miliardo di indiani il 70% ha meno di 35 anni.
 
Se, come diceva Giovanni Paolo II, “il Terzo millennio sarà quello dell’Asia”, è in una terra come questa che sempre più testimoni e progetti cristiani devono incrociare le nuove sfide poste alla condizione umana. A partire dal divario tra ricchi e poveri, accresciuto in questi ultimi mesi dall’inflazione e dall’impennata dei prezzi di alimentari e carburanti, “tale da mettere a rischio la crescita economica” secondo l’agenzia di stampa cattolica, Asianews.
 
Nessuna semplificazione basta più per questo Paese in accelerata trasformazione. «Luoghi come Mumbai» ha scritto il romanziere Suketu Mehta «la più veloce e ricca città dell’India, vivono il boom e l’emergenza, con metà della popolazione senza casa». Altro fronte incendiario è il colossale esperimento di convivenza tra religioni, la masa la, il melting pot indiano, che ha radici antichissime nel Paese, ma è anche pronto a deragliare in intolleranza religiosa. Connessa al nazionalismo quella indù, scandita da decine di attentati recenti quella musulmana. Il cristianesimo è confessione minoritaria, con il 2.34%, in un’area a maggioranza induista (80,4%, circa 800 milioni di indiani) e musulmana (13.4%, con 150 milioni di fedeli è la seconda nazione islamica del mondo).
 
Anche se l’articolo 25 della Costituzione garantisce il diritto alla libertà religiosa, almeno sette Stati indiani avversano nei loro codici civili la conversione dall’induismo ad altre fedi, come in Orissa, teatro nel 2010 di un ritorno alla violenza e per fino ai pogrom contro i cristiani. «Il dialogo interreligioso dovrebbe invece rispondere al grido d’aiuto dei più poveri» ha dichiarato a gennaio di quest’anno padre Nithya Sagayam, responsabile dell’Ufficio Sviluppo umano della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc).
 
«Siamo chiamati a donare le nostre energie per servirli. Non è carità, ma un diritto: il diritto di queste persone a ricevere il nostro aiuto contro lo sfruttamento». Per l’Onu, nel 2010 «la povertà è diminuita meno rapidamente di quanto il boom economico potesse fare pensare». E’ su questo fronte impegnativo che si muove la Cei. Grazie anche al sostegno di chi firma l’8xmille.
 
 
CASA SUORE DELLA PROVVIDENZA, BARRACKPORE (BENGALA)
Per il futuro delle bambine
La casa è gestita da suor Lizy Muthirakala e dalle sue consorelle. Sari color sabbia e una spiritualità ereditata da un santo friulano, don Luigi Scrosoppi, dedito all’istruzione delle ragazze in difficoltà.ABarrackpore (così come nella casa gemella di Calcutta) le bambine vengono raccolte dalle baraccopoli. Sottratte all’abbandono, alla prostituzione infantile e all’accattonaggio. Meno nutrite e curate dei fratelli maschi, in India per l’Onu hanno metà delle probabilità di sopravvivenza. La casa di Barrackpore ne ospita circa 30, dai 2 ai 16 anni. Con un contributo di 240mila euro dall’8xmille, sono stati assicurati loro cibo, abiti, cure mediche e istruzione di base. Funziona anche una scuola professionale di sartoria, che assicura loro un mestiere. Tra le attività anche teatro e danza.
 
HOLY SPIRIT HOSPITAL, MUMBAI
Cure mediche specialistiche per i poveri
Cure mediche d’eccellenza per i poveri in quest’ospedale alla periferia di Mumbai.Molte gratis e alcune a basso costo. I pazienti vengono accolti senza distinzioni di casta. Il 70% di loro sono indigenti. I media indiani denunciano di continuo il divario pauroso nella sanità tra ricchi e poveri. In corsia, tra i 300 posti letto separati da tende, le suore dello Spirito Santo, guidate da suor Lissy. Ambulatori funzionano inoltre in diversi slums dellametropoli. In tutto, uno staff di 600 dipendenti e 130 medici per 400 pazienti al giorno. Dall’8xmille hanno ricevuto 1,4milioni di euro per la formazione degli infermieri a neonatologia, la macchina della risonanza magnetica e quella per la radioterapia oncologica.
 
DOSSIER GLI SPOT TV 2011 GIRATI ALL’ESTERO
Altre opere 8xmille in India
Tra le 658 opere realizzate in india tra 1990 e 2010 con l’aiuto delle firme degli italiani, anche 2 nosocomi nella diocesi di Cochin, in Kerala: il Perpetual SoccourMission Hospital e il Lourdes Hospital. Oltre al progetto Kottayam Social Service Society.
 
PERPETUAL SOCCOUR MISSION HOSPITAL E LOURDES HOSPITAL, COCHIN (KERALA)
Terapie di qualità per tutti
Sono 2 ‘ospedali missionari’, che cioè reinvestono i proventi nei servizi ai pazienti. Il primo, fondato nel 1961 dalle Carmelitane teresiane, oggi conta 24 medici (di cui 3 suore, come madre Anie Shela, cardiologa) per 250 posti letto: pronto soccorso, ricerca, chirurgia e ostetricia i presidi sanitari aperti. E’ dotato di ‘medical camps’ cioè i box ambulatoriali dislocati nelle zone più periferiche di Cochin. Dalla Cei ha ricevuto 220 mila euro per la strumentazione di radiologia e chirurgia. Più moderno l’ospedale di Lourdes, con 700 letti, retto dalle suore di Maria Bambina. Qui, con 770mila euro, l’8xmille ha realizzato il laboratorio analisi, l’equipaggiamento di cardiologia, neurologia e radiologia.
 
SOCIAL SERVICE SOCIETY, KOTTAYAM (KERALA)
Formazione e lavoro per promuovere le donne
Piani di avviamento al lavoro femminile, alla Social Service Society di Kottayam. Molti i programmi per le fasce deboli, senza differenze di credo né casta. Il rafforzamento delle donne –giovani, casalinghe e disabili- passa dal microcredito, ma funzionano anche alloggi per la protezione di madri con bambini. A questi interventi l’8xmille dei fedeli italiani ha contribuito con 250 mila euro. Così sono partiti il programma di formazione e avviamento al lavoro agricolo, che dà sia rudimenti di agraria, sia fornisce le prime piante; il laboratorio artigianale di canapa, che produce manufatti tessili e per l’arredo; infine una scuola di autiste di taxi, grazie a cui molte donne mantengono oggi l’intera famiglia.