SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

L'editoriale

Da dove viene la nostra fede? Nell’Anno della fede, indetto da Benedetto XVI, la domanda è rivolta a noi. La risposta è nell’ascolto interiore, nella pratica dei sacramenti, nelle esperienze di gratuità e di dono che abbiamo vissuto, nella verità profonda dei Vangeli. Così è stato per me. Così coltivo la fede nel mio lavoro, […]
2 Agosto 2017
Da dove viene la nostra fede? Nell’Anno della fede, indetto da Benedetto XVI, la domanda è rivolta a noi. La risposta è nell’ascolto interiore, nella pratica dei sacramenti, nelle esperienze di gratuità e di dono che abbiamo vissuto, nella verità profonda dei Vangeli. Così è stato per me. Così coltivo la fede nel mio lavoro, con la ricerca e la formazione in campo economico; poi con la presenza a fianco dei pionieri equosolidali (dal commercio equo alla finanza etica); e nella vita associativa, nei movimenti di spiritualità ignaziana.
 
Perché sono le esperienze di incarnazione a far compiere reali progressi all’umanità. Oggi, di fronte alla crisi economica, sono fondamentali l’incontro e la comprensione tra povertà di senso di noi che viviamo in società tuttora opulente, anche se in via d’impoverimento, e la povertà di bisogno di tanti intorno a noi. È ad esempio questa l’esperienza che circa 300 ragazzi fanno ogni anno nei campi di lavoro all’estero dei CVX (Comunità di Vita Cristiana dei gesuiti, che presiedo da 5 anni).
 
Da questi soggiorni di dono e gratuità, che ci rendono liberi interiormente e ci fanno capire di che cosa abbiamo realmente bisogno, nasce il desiderio di impegnarsi a livello sociale e politico per migliorare il tempo in cui viviamo. Da queste esperienze potranno nascere professionisti nuovi, capaci di lavorare con umiltà, sobrietà ed intelligenza per la trasformazione del nostro mondo. Poco tempo fa ero in visita ad una di queste esperienze-ponte, a Sighet, in Romania, nelle mense e case-famiglia di sacerdoti e suore italiani. Qui, come in realtà simili in Italia, salta agli occhi il contributo fondamentale dei sacerdoti, che mettono in moto attorno a loro energie, cambiando vite e comportamenti.
 
Da economista che studia le radici visibili ed invisibili della produzione di valore economico e sociale, per trovare il modo migliore di produrre senza sprechi, e per distribuire in modo equo le risorse, non ho dubbi sull’importanza, per chi può, di sostenere economicamente e non, in questa fase di crisi, chi come i nostri sacerdoti spende la vita per il Vangelo. Con creatività, innovano il presente di famiglie, paesi e quartieri, aumentando il benessere spirituale e sociale di tutti noi.
 
Pur donando l’Offerta per il sostentamento, penso di aver ricevuto da loro molto più di quanto ho dato. E di essere personalmente ancora in debito.