SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Quelle parrocchie in aiuto
di genitori e figli

DON COSTANTINO PRINA “ADOTTA UNA FAMIGLIA”, COSI’ LA CRISI FA MENO PAURA Insieme contro la crisi. È lo spirito del progetto “Adotta una famiglia” nato a ottobre 2011 nella parrocchia di Santo Stefano a Osnago, 4.500 abitanti, in provincia di Lecco e in diocesi di Milano. «Per le famiglie che si trovano in difficoltà economiche […]
2 Agosto 2017
DON COSTANTINO PRINA
“ADOTTA UNA FAMIGLIA”,
COSI’ LA CRISI FA MENO PAURA

Insieme contro la crisi. È lo spirito del progetto “Adotta una famiglia” nato a ottobre 2011 nella parrocchia di Santo Stefano a Osnago, 4.500 abitanti, in provincia di Lecco e in diocesi di Milano. «Per le famiglie che si trovano in difficoltà economiche o di vita» spiega il parroco, don Costantino Prina «abbiamo creato una rete di solidarietà che ha coinvolto tutto il paese, anche persone che non frequentano abitualmente la chiesa». Fino ad oggi sono stati donati più di 40mila euro, di cui quasi 30mila già utilizzati per 167 pagamenti a sostegno di 40 famiglie per spese condominiali, utenze, mutui, affitti, spese scolastiche, farmaci, che non riuscivano più a pagare. Inoltre, la comunità raccoglie prodotti alimentari, distribuiti poi due volte al mese a 55 famiglie.

«Le richieste di aiuto» prosegue don Costantino «sono valutate da una commissione composta da un assistente sociale, dall’assessore ai servizi sociali, da un responsabile Caritas e un rappresentante della parrocchia. Il primo aiuto lo riceve chi dona, perché è nella condivisione dei beni che scopriamo la nostra identità di figli e fratelli. Il mettersi a servizio di chi è nel bisogno offre la possibilità di far nascere nuove relazioni, così l’altro non è più uno sconosciuto. Di rimando, per chi si trova in difficoltà è importante sapere di vivere in una comunità che non resta indifferente di fronte al bisogno». «Ognuno, oltre al denaro, ha qualcosa da offrire: tempo, competenze, esperienze» spiega Antonella Rampichini, responsabile Caritas parrocchiale. «Così alcuni si sono resi disponibili ad aiutare chi ha perso il lavoro con la compilazione dei curricula o l’invio via internet delle richieste di lavoro».
Ma l’efficacia di questo progetto sta nel fatto che chi ha ricevuto, poi “ricambia”. Lo fa prestando il proprio tempo e il proprio lavoro alle attività di volontariato, dalla pulizia della scuola materna parrocchiale e dell’oratorio, alla raccolta di prodotti alimentari presso il supermercato del paese; dalla raccolta di carta per il gruppo missionario fino alla pulizia del verde pubblico, in collaborazione con il Comune. Il passaparola sull’efficacia dell’intervento è stato immediato: tra le parrocchie, ma anche tra le amministrazioni comunali del territorio, che hanno avviato iniziative analoghe, dopo aver preso contatti con la parrocchia di Osnago. Le storie a lieto fine grazie all’intervento della comunità non si contano: come quella della famiglia venuta dal Marocco, ma col solo reddito paterno per coniugi e quattro figli. Con la crisi, per bisogno di denaro, sono stati costretti a vendere l’auto, ma il compratore ne ha approfittato: non ha registrato il passaggio di proprietà e ha accumulato molte multe. Adotta una famiglia è intervenuta a pagarle, evitando così gravi ricadute sul reddito familiare.
O ancora la vicenda di Giovanna e sua figlia Martina (i nomi sono fittizi). Sono rimaste sole dopo la separazione dal marito, con l’unico reddito rerivante da un lavoro part-time. I conti a fine mese non tornavano più. Adotta una famiglia le ha aiutate per le rate del mutuo e per le spese di condominio. Così, ora che ricomincia l’anno scolastico, casa e spese per i libri sono salve.
 
DON CLAUDIO OCCHIPINTI
AL SERVIZIO DEGLI SPOSI FERITI
DALLA SEPARAZIONE

«Accoglienza, cura, rassicurazione, speranza e affetto» così don Claudio Occhipinti, parroco di Sant’Andrea Avellino, a Borgata Ottavia, a Roma, spiega che cosa significhi stare vicino a chi vive la dura esperienza della separazione. Fenomeno in continua crescita, dagli effetti drammatici quando si somma alla crisi economica (secondo dati Caritas, oggi separati o divorziati rappresentano un ospite su quattro delle mense per i poveri).

Per aiutare queste persone è nata nella diocesi di Milano nel 2001 l’Associazione famiglie separate cristiane, oggi presente anche a Roma. «Chi viene a chiederci aiuto, non domanda quasi mai un sostegno materiale, ma cerca una luce, qualcuno che l’accompagni in un momento difficile, che non avrebbero mai immaginato di vivere» spiega don Claudio, padre spirituale dell’associazione nella capitale, insieme a padre Paolo Bachelet. Si tratta di un’esperienza importante anche per i sacerdoti, perché sostiene il loro cammino pastorale e di fede.
«Quello che avviene con i separati» dice don Claudio «è un momento d’incontro sotto la Croce. Siamo un po’ come quel cireneo che viene chiamato in causa improvvisamente per sostenere il peso dell’altro, come la madre che accoglie o il discepolo che si fa parte della famiglia senza esserlo, generando una relazione fraterna».
Don Claudio definisce la sua pastorale «un pronto soccorso», che aiuta tanti a «ritrovare energie e stima di se stessi, per poi recuperare i rapporti con il coniuge e con i figli, che a volte sono prima stati usati come arma tra i genitori. È un cammino di riconciliazione con se stessi, di recupero di umanità e riscoperta della fede» evidenzia il sacerdote. «Più di tutto conta alla fine l’affidarsi all’amore di Dio e alla sua misericordia, che può ricostruire anche ciò che è perduto».
Sergio, 34 anni, è papà di tre figli, di 11, 9 e 7 anni. Dopo la separazione, da due anni è tornato a vivere con i genitori. «Ero scosso dalla fine del mio matrimonio, non smettevo più di piangere. Ma da don Claudio ho trovato una porta aperta» ricorda. «Col sostegno dell’associazione, sono riuscito a rivolgermi anche agli alcoolisti anonimi e a recuperare un equilibrio autentico. Ho iniziato a guardare la mia vita secondo un’altra prospettiva». Una lunga risalita. «Don Claudio è riuscito a farmi fermare, a farmi respirare» ricorda Sergio «dicendomi “c’è Qualcuno più grande di tutti noi, che ti vuole bene”. A distanza di due anni, incontro persone che stanno come me un tempo. E posso aiutarli. Inizio a diventare frutto».

 

PRIORITA’ DELLA CHIESA

La famiglia al centro,
tra pastorale e azioni anti-crisi

 

Dalla preparazione al matrimonio fino al sostegno alle giovani coppie, dal sollievo alle famiglie con malati in casa attraverso progetti parrocchiali e diocesani, fino a percorsi per superare crisi matrimoniali. L’azione vasta e capillare della Chiesa oggi a fianco dei nuclei familiari va oltre gli stereotipi, vicino alla loro vita quotidiana, con sacerdoti esperti di pastorale familiare e gruppi di auto-sostegno. Centinaia i progetti avviati nelle diocesi italiane (vedi Mappa delle opere sul sito www.sovvenire.it). Anche nelle prossime settimane alla famiglia saranno dedicati due grandi eventi ecclesiali. Dal 12 al 15 settembre, a Torino, “La famiglia speranza e futuro della società italiana” sarà tema della 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (www.settimanesociali.it ). Poi il 26-27 ottobre, la Giornata della famiglia, col pellegrinaggio di genitori, figli e nonni alla tomba dell’apostolo Pietro nell’Anno della fede, in un appuntamento di condivisione e preghiera. Per parteciparvi ci si può registrare fino al 30 settembre sul sito web www.familia.va. Nella sua prima enciclica Lumen Fidei, pubblicata lo scorso luglio, in cui tanta parte ha avuto il pontefice emerito Benedetto XVI, Papa Francesco ha scritto: «La fede è un “bene comune” che non allontana il credente dal mondo. Ci aiuta a edificare le nostre società, in modo che camminino verso un futuro di speranza. Grazie ad essa le famiglie scoprono la forza e i motivi di rimanere assieme ‘per sempre’ assaporando il desiderio di una “vita grande”. La fede infatti non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita».
www.chiesacattolica.it/famiglia
P. I.