SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

ATLANTE 8XMILLE >> Etiopia

La Chiesa italiana dal 1991 sostiene progetti di promozione Umana nel grande Paese africano. Eccone alcuni che vedremo anche nella campagna tv 2013. 65MILA EUROSCUOLE MATERNE DELLE SUOREMISSIONARIE DELLA CONSOLATAEducazione, giochi e due pasti al giorno per 800 bambini l’anno. Gli asili sorgono negli slums di Addis Abeba, oasi per l’infanzia più discriminata: dai figli di […]
2 Agosto 2017
La Chiesa italiana dal 1991 sostiene progetti di promozione Umana nel grande Paese africano. Eccone alcuni che vedremo anche nella campagna tv 2013.

 
65MILA EURO
SCUOLE MATERNE DELLE SUORE
MISSIONARIE DELLA CONSOLATA
Educazione, giochi e due pasti al giorno per 800 bambini l’anno. Gli asili sorgono negli slums di Addis Abeba, oasi per l’infanzia più discriminata: dai figli di malati di lebbra (a Kore) fino ai minori del campo profughi della guerra con l’Eritrea (a Furī). Funzionano anche alfabetizzazione delle madri (a Makanissa) e microcredito. «Con 17 birr (0,70 euro) in prestito» spiega la responsabile, suor Maria Bandiera «una donna ha comprato cinque scatole di fiammiferi, un chilo di zucchero e candele. Ha iniziato a venderli al mercato, fino ad avviare una piccola attività, con cui oggi mantiene i figli. Spesso bastano poche risorse iniziali per riprendere il cammino e avviare il cambiamento».
 
450MILA EURO
MICROCREDITO E RAFFORZAMENTO
PER DONNE E BAMBINI
Il progetto del Cvm (Comunità volontari per il mondo) raggiunge le fasce sociali più povere, come le madri affette da Hiv. Oggi l’Oms stima in Etiopia 1.2 milioni di malati e oltre 800mila orfani. L’opera è presente nelle regioni a più alta incidenza del morbo (Awi, West Gojjam, Amhara), con corsi di autostima, uso dei farmaci e di accesso al microcredito. Nel tempo sono nate così piccole attività di allevamento e commercio (servizio fotocopie, chiosco di pane e thé). Centinaia i partecipanti.
 
Nel 75% dei casi la comunità di provenienza accetta i malati, che a loro volta non si nascondono più. Il microcredito è destinato anche alle ex domestiche ed alle “spose- bambine” ripudiate. Trattate come schiave (in Etiopia e all’estero), costrette a dormire legate, senza stipendio, spesso abusate. Lo stigma sociale le condanna. Ma così tornano ad avere un reddito, e possono ricostruire la propria vita.
 
500MILA EURO
FATTORIA DI MEKI
Un progetto agricolo di formazione-lavoro dei Fratelli delle scuole cristiane. Coltivazioni di grano e viti, produzione di vino, latte e burro dall’allevamento, depurazione dell’acqua. L’obiettivo a
lungo termine è dare autosufficienza alle iniziative di carità della Chiesa cattolica etiope.
 
5 MILIONI DI EURO
OSPEDALE CUAMM DI WOLISSO
A 140 chilometri da Addis Abeba è un grande avamposto medico regionale. Centro di formazione per medici e infermieri, spicca per i reparti di ostetricia e pediatria. In Etiopia mancano levatrici e per l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) solo il 10% delle donne partorisce in strutture sanitarie, per povertà, per le enormi distanze, l’assenza di trasporti («chi può andarci a dorso d’asino è ricco» spiegano) e la mentalità tradizionale, nonostante il rischio di complicanze.
 
200 MILA EURO
COOPERATIVA “IL NUOVO FIORE” AD ADDIS ABEBA
Formazione e lavoro in un laboratorio femminile di cucito e artigianato, per far uscire dalla soglia
di povertà decine di famiglie.
 

 
Con le nostre firme

Perché in tempo di crisi non si può dimenticare il mondo

 

Perché la Chiesa italiana continua a sostenere progetti nei Paesi in via di sviluppo, nonostante la severa crisi economica nazionale? Perché non può esimersi dal suo impegno evangelico. Tanto più che la recessione colpisce il Terzo mondo più duramente del Primo.
 
C‘è meno commercio, meno domanda. E la povertà genera insicurezza e guerre. “Dimenticare il mondo” non è la strada. In Etiopia dal 1990 ad oggi, con l’8xmille, la Cei ha promosso 136 interventi per complessivi 29.5 milioni di euro. L’Etiopia non è solo una nazione verso cui l’Italia ha forti responsabilità storiche per l’occupazione coloniale del 1935-36. È erede di una storia millenaria.
 
Il suo nome è già nell’Iliade, nell’Odissea e nella Bibbia, terra d’origine della regina di Saba. Antichissimo è il suo cristianesimo. Indipendente dal 1947, tra i fondatori dell’Onu, simbolo di decolonizzazione per gli altri Stati, è il secondo Paese più popoloso d’Africa (85 milioni di abitanti). Dopo siccità e carestie (8 milioni di vittime) sotto il regime di Menghistu (1974-1991) e nel 1998 la guerra con l’Eritrea, nonostante la ripresa economica, conta 2/3 di analfabeti e oltre 1/3 dei redditi non raggiunge 1,25 dollari al giorno.
 
L’economia agricola dà una speranza di vita di 49 anni. Investitori internazionali sono attivi nel settore minerario (diamanti, oro, tantalio usato in informatica) e nell’allarmante pratica del land grabbing (l’acquisto di terre fertili per produrre biocarburanti, nonostante il rischio carestia per gli etiopi, con sfratti forzati di interi villaggi). Dalla morte nel 2012 dell’ultimo ‘uomo forte’ Meles Zenawi, il governo di transizione ha fissato le prossime elezioni al 2015. Maria Rossi