SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

“Via da debiti e azzardo,
diamo speranza alle
famiglie”

L’anatema contro l’usura di Papa Francesco è arrivato all’inizio di quest’anno: «È disumana e ferisce la dignità inviolabile della persona». In quell’udienza del 29 gennaio in Vaticano aveva ricevuto una delegazione della Consulta nazionale antiusura, opera sostenuta dall’8xmille con 100mila euro l’anno. La onlus riunisce 28 fondazioni ecclesiali e centinaia di centri ascolto in tutta […]
2 Agosto 2017

L’anatema contro l’usura di Papa Francesco è arrivato all’inizio di quest’anno: «È disumana e ferisce la dignità inviolabile della persona». In quell’udienza del 29 gennaio in Vaticano aveva ricevuto una delegazione della Consulta nazionale antiusura, opera sostenuta dall’8xmille con 100mila euro l’anno. La onlus riunisce 28 fondazioni ecclesiali e centinaia di centri ascolto in tutta Italia. Solo all’udienza generale erano presenti 3mila volontari e simpatizzanti, insieme a diverse famiglie liberate dai debiti e ai sacerdoti diocesani che operano fra le vite ‘strozzate’.

Tra loro anche alcuni della prima ora, parroci di quel gruppo iniziale che aveva dato il via all’apostolato antiusura raccogliendo il grido d’aiuto che saliva dai confessionali. Come don Alberto D’Urso, oggi segretario nazionale della Consulta. L’opera soccorre in media due famiglie al giorno. Nato ad Acerno (Salerno) nel 1938, è sacerdote da 53 anni. Dopo l’esperienza parrocchiale e quella nella fondazione diocesana antiusura ‘San Nicola e Santi Medici’ di Bari, insieme a padre Massimo Rastrelli, parroco del Gesù Nuovo a Napoli, diede vita 19 anni fa alla Consulta nazionale, in soccorso degli esercenti e delle famiglie piegati dall’indebitamento o dal gioco, anche quello legale. Gli esperti antiusura di questi sportelli diocesani spiegano quanto siano temibili oggi le scommesse “soft”, come il gratta-e-vinci o le puntate sportive, sostenute da un marketing pervasivo. O come l’azzardo on line, compulsivo e –rispetto ai videopoker- ancora più facile da tenere nascosto.

Nel tempo don Alberto è stato consulente delle commissioni parlamentari di Camera e Senato (ad esempio per la stesura della legge 108/96), e di Paesi membri Ue, come la Romania, snodo europeo dei siti web di scommesse. Se oggi cresce il numero di chi apre gli occhi sull’azzardo diffuso e il movimento “no slot” conquista amministrazioni comunali ed esercenti di bar, è anche grazie a preti e volontari della Consulta. Cresce però anche la determinazione dei clan criminali a non volere ostacoli. I numeri tracciano un impero: in Italia la sola ‘ndrangheta ricava da estorsioni e usura 2,9 miliardi l’anno, dall’azzardo 1,3 miliardi. Report recenti della Polizia di Stato segnalano l’usura in forte aumento tra le fonti di proventi illeciti, a fianco di narcotraffico e business dei rifiuti. Crisi e indebitamento spingono un italiano su quattro a rivolgersi ai compro-oro o a svendere l’abitazione come nuda proprietà, conferma Eurispes. Don D’Urso non arretra: «Per me sacerdote, questa missione significa non essere passato senza fermarmi accanto a chi è stato depredato, come il levita della parabola del buon samaritano» dice don Alberto. «Finora abbiamo accompagnato oltre 150 mila famiglie fuori dal buio. Ringrazio il Signore per il miracolo della conversione dei Levi e Zaccheo del nostro tempo». Il riferimento è anche al 21 settembre, festa di san Matteo, ufficializzata come Giornata nazionale antiusura. «Gesù ha chiamato Matteo l’usuraio, “vieni e seguimi”, e ne ha fatto un apostolo.

L’esempio dei santi per noi è luce per far nascere oggi la condivisione verso le persone emarginate , per risanare l’intera società». Nelle fondazioni «anzitutto ascoltiamo e rassereniamo usurati e famiglie a rischio usura» prosegue don Alberto. «Li affidiamo a pool di esperti del mondo bancario e ad assistenti sociali per un piano di rientro debitorio. Li accompagniamo nel difficile percorso della denuncia. E formiamo alla buona amministrazione, perché in tempi di restrizione del credito non si lascino abbagliare dai beni di consumo o da scorciatoie finanziarie senza uscita. Infine proviamo a ricostruire le relazioni, minate da troppe bugie, fra figli, coniugi o genitori che non vogliono più sentir parlare di chi ha svuotato i conti. In qualche caso siamo riusciti con i nostri legali anche a bloccare la vendita dell’abitazione di famiglia». Contromosse insperate, sostenute dall’aiuto di tutti.
 
LA RICERCA IL GAMING, ANTICAMERA DELL'USURA
Pensionati e casalinghe,
prime vittime di "azzardopoli"
Chi spende di più al gioco? Pensionati, famiglie con capofamiglia poco istruito, casalinghe, persone sole, anche adolescenti. Lo ha indicato una ricerca della rivista economica La Voce.info. Sono i bersagli ideali di ‘azzardopoli’, come ormai i media definiscono lo sviluppo esponenziale del business in Italia, primo mercato del gioco in Europa e terzo al mondo. Slot ovunque (circa 400 mila, metà di quelle USA), pubblicità stordente, un tagliando gratta-e-vinci su 5 venduti sul pianeta è italiano. Circa 88 miliardi il fatturato legale, 15 quello illecito.

Un bacino di 800 mila giocatori dipendenti, 2 milioni a rischio ludopatie, fenomeno prima sconosciuto e oggi emerso su larga scala. Con la crisi, proprio le fasce più povere hanno aumentato la quota di spesa destinata al gioco: 3% del reddito, mentre nei nuclei familiari benestanti si ferma all’1%. Sognando il colpo di fortuna che risollevi i redditi in calo, si accelera il proprio impoverimento. Il fenomeno è più acuto nel sud, seguito da Abruzzo e Molise. Aree che non a caso richiamano quelle in cima all’indice di rischio usura 2013 della Cgia: Campania, Basilicata, Molise e Calabria. A nord, spiccano Piemonte e Lombardia. Per Istat, in Italia le denunce per usura sono cresciute del +15%. E.P.