SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

«Riconquisto la mia fede
ogni giorno»

1 Settembre 2015

Intervista a GIULIO SCARPATI, attore
a cura di MARTINA LUISE, foto AGENZIA ROMANO SICILIANI

 

Servivo la Messa nella chiesa romana di Sant’Ignazio da ragazzino, ed ero negli scout. Lì c’era il più antico gruppo scoutistico Italiano, la nostra sede era sui tetti di Roma, una meraviglia! Ma poi all’università mi assorbì l’impegno sociale. Anche in mia madre avevo visto simili allontanamenti e ritorni. Lei cattolica fervente, nata da padre calvinista, dopo anni di freddezza riscoprì alla fine la più grande fiducia in Dio. Mi parlava di Lui prima che l’Alzheimer la portasse via. Se ripenso alla mia adolescenza, oggi direi che l’educazione spirituale deve far scaturire scelte personali, senza imposizioni. L’ho insegnato anche ai miei figli. La fede non va cercata solo nelle difficoltà, perché è un cammino, è sempre una riconquista. Per questo hanno un ruolo importante i sacerdoti. Mi affascinano figure di preti forti, immersi nel sociale. Alcuni ho avuto l’onore di interpretarli, come don Zeno Saltini e don Luigi Di Liegro. Anche in Papa Francesco ritrovo qualcosa di loro, per la schiettezza con cui difende il popolo di Dio, centrando i problemi senza giri di parole, e la capacità di cambiare le cose. Ammiro don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli, che ho conosciuto prima di interpretare un prete, ispirato a Lele Ramin, missionario italiano di 32 anni ucciso in Amazzonia nel 1986. Tra i padri comboniani incontrati allora, uno in particolare mi sconvolse: aveva visto morire almeno 1500 bambini. Rimasi attonito: “però ne ho salvati tanti” aggiunse lui. Mi conquistò quella sua forza davanti a situazioni terribili. Gli “uomini di Dio” completamente immersi nelle tragedie umane, “ad altezza d’uomo”, come Cristo ha fatto con noi, proprio in quanto integrati nelle comunità sono testimoni credibili. Ci insegnano ad essere responsabili delle nostre azioni, non solo a delegare il “fare del bene”, magari giudicando le persone senza mettersi nei loro panni. Io ho la fortuna di fare un mestiere che mi costringe a mettermi nei panni di un altro. E tra i ruoli religiosi che non ho ancora interpretato mi piacerebbe quello di Paolo VI. Non ha l’appeal della fiction, non l’irruenza di Wojtyla o l’immediatezza di Bergoglio. Ma è il Papa che, confidando in Dio, ha condotto in porto il Concilio e guidato la Chiesa tra enormi difficoltà.

DA 47 ANNI IN SCENA

Dopo il cinema e il teatro, il successo in Tv

Un interprete maturo con il viso da ragazzo. È uno dei più popolari attori italiani Giulio Scarpati (Roma, 1956). Debutto in teatro a 12 anni, una carriera fortunata in scena (Goldoni, Wilder, Euripide), al cinema arriva con Piccioni (Chiedi la luna), poi Scola (Mario Maria e Mario) e Il giudice ragazzino, biopic sul giudice Rosario Livatino, che gli vale il David di Donatello ‘94.
Per il grande pubblico è il protagonista di Un medico in famiglia, tra i tanti ruoli per la tv come L’'uomo della carità, don Zeno e Resurrezione diretto dai fratelli Taviani. Ha raccontato la perdita della memoria nel libro Ti ricordi la casa rossa (2014, Mondadori) dedicato a sua madre.