SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

La parola ai nostri lettori

1 Novembre 2016

TESTIMONI

La ‘legge’ di padre Jacques

In questo numero di Natale, tra gli eventi salienti del 2016 vorremmo ricordare il martirio di padre Jacques Hamel, durante la S.Messa, lo scorso 26 luglio, a St. Etienne-de-Rouvray, in Francia, per mano di due integralisti islamici. La sua morte ha sconvolto l’'Europa come un salto di qualità negli obiettivi del terrorismo. Di lui Papa Francesco ha detto nell’'omelia dell’'Esaltazione della Croce (14 settembre): “Nella Croce capiamo pienamente il mistero di Cristo, mistero di annientamento e salvezza. Oggi nella Chiesa ci sono più martiri cristiani dei primi tempi, fino al nostro père Jacques. È un martire!, e i martiri sono beati”. Autorizzandone l’'iter per la beatificazione in deroga ai 5 anni canonici, ha scandito: “È satanico uccidere in nome di Dio”. Da allora c’è stata la domenica con i musulmani nelle chiese, antidoto all'’inganno della guerra tra religioni. L'’allerta per attentati così vili resta.

In Gran Bretagna il National Churchwatch nelle nuove linee guida per la sicurezza ha indicato ai parroci di non uscire in abiti riconoscibili, destinando alla protezione delle chiese 2.4 milioni di sterline. I vescovi europei puntano a non far prevalere logiche di chiusura e paura. Per lo storico Andrea Riccardi, “nelle porte aperte delle nostre chiese c'’è il segreto di una società che non cede ai muri e alla violenza”. “Siamo feriti, ma non annientati” ha pregato l’'arcivescovo di Rouen, monsignor Dominique Lebrun, descrivendo chi era padre Jacques: 86 anni, pur avendo per età diritto al riposo l’aveva rimandato: “Non ci sono abbastanza preti e posso ancora essere utile”.

“Da militare in Algeria nel reparto trasmissioni, aveva rifiutato la promozione a ufficiale perché avrebbe dovuto ordinare di uccidere altri uomini –ha ricordato la sorella Roselyne - Unico sopravvissuto dopo uno scontro a fuoco, spesso si domandava ‘perché io?’ Oggi, Jacques, hai la risposta: il Dio di misericordia ti ha scelto per servire e coltivare negli altri l’amore tra i popoli di tutte le confessioni, fino al tuo ultimo respiro. Avevi una fede incrollabile. Avresti voluto che imparassimo a vivere insieme come artigiani della pace, perché il mondo ha gran bisogno di speranza”. Nelle parole della nipote Jessica la ‘legge’ di padre Jacques: “Dopo le stragi di Parigi avevi postato sul web questo commento: ‘Oh mio Dio, fa che impariamo la tolleranza e il discernimento’. Non credevo che avrei dovuto anch’io riflettere sulle tue parole con tanta forza. Ma voglio riuscirci per te, per quello che tu eri. Come te io scelgo il rispetto, come te io scelgo l’'amore”.

 

Grazie anche a...

Alessandra Vergori di Genova, Silvio Cipolotti di Valdagno (Vicenza), Tommaso Livoli di Roma, Giuseppe Casarola di Foligno (Perugia), Attilio Lalli, Maria Magnaguagno e Claudio Checcozzo di Roncà (Verona), Paola Lucatti di Siena, Adriano Mantoani di Bresso (Milano), Nicola Borchi di Prato, don Franco Morandi, don Silvano Rossi di Bozzolo (Mantova), Maria Grazia Senes di Nuoro, Paolo Carena di Milano, Elisabetta Camoranesi di Fabriano (Ancona), Vincenzo Di Giovanni di Sparanise (Caserta), Gabriella Stefanini di Ospitaletto (Brescia), Alberto Chiri, Piero Braggio, Bruno Lieggio di Roma, Paola Coraini di Genova. Una preghiera per Claudia Gornati di Perugia, Francesco Caspani di Desio (Monza-Brianza), Paolo Leto di Palermo, Nino Galavotti di Soliera (Modena) e Luigi Silvestroni. Chiediamo ai sacerdoti di ricordarli nelle S. Messe.

A tutti i lettori e alle loro famiglie il nostro miglior augurio di buon Natale.

 

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