SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Siamo cambiati, la raccolta ci unisce

Le Offerte sono tornate in terreno negativo con una chiusura d’anno al -11% e il primo trimestre 2020 freddato dal lockdown, quando aveva appena ripreso quota. L’esperienza del confinamento ha mutato la nostra prospettiva: più preoccupazioni, ma anche una comunione più forte con i sacerdoti
29 Maggio 2020

di PAOLA INGLESE foto AGENZIA ROMANO SICILIANI

Offerte in frenata nel bilancio definitivo 2019. E nonostante una buona ripartenza nel 2020, il primo trimestre dell’anno viene gelato a marzo dall’arrivo della pandemia. Vediamo in dettaglio la cronaca degli ultimi 15 mesi di donazioni. Lo scorso anno va in archivio con il 14% di contributi in meno, che nonostante un’offerta media ancora più generosa, oltre i 92 euro (+3,8%), ferma la nostra raccolta al -11% (7 milioni 800 mila euro), dunque un milione in meno rispetto al 2018. 

Un risultato che ha più cause, ma risente probabilmente della nuova data d’invio della rivista Sovvenire, rimandata da dicembre al mese successivo. 

L’afflusso di Offerte si sposta per questo significativamente nel 2020. L’avvio d’anno è positivo. Il trimestre si chiude con un +16,2% di donazioni (oltre 15 mila rispetto alle 13.200 registrate al 31 marzo 2019) e con un +7,7% per l’importo complessivo, pari a oltre 822 mila euro (erano stati 763.00 nei primi 90 giorni del 2019). Più prudente invece il contributo medio (-7,3%), passato da 57 a 53 euro. 

Il dato positivo in termini assoluti poteva in realtà aspirare a numeri ancora migliori. Lo scopriamo guardando al dettaglio mensile, dove spicca la cesura netta di marzo scorso: l’ingresso nell’era ‘covid’, segnato dal ‘restate a casa’, emerge nell’importo più che dimezzato rispetto allo stesso periodo 2019 (-57%, a 97 mila euro a fronte dei 226 mila di un anno prima), nel numero di donazioni ridotto del 40,5% e nell’offerta media contratta del 27,3% (da 61 a 44 euro). Ovviamente la tendenza potrebbe proseguire nei prossimi mesi di choc occupazionale, in cui il Paese navigherà a vista. 

Ma è altrettanto sotto gli occhi di tutti la dedizione  dei nostri preti diocesani, che nei mesi severi di ‘digiuno’ eucaristico e Messa senza fedeli, così come in questa fase 2, si spendono per tutti, con il soccorso spirituale e l’azione caritativa. In queste pagine abbiamo riassunto questa comunione intensa tra pastori e popolo di Dio in tempo di privazione, che sta cambiando la Chiesa italiana. 

La condivisione di chi dona l’Offerta – ognuno poco e per quanto potrà – è un grazie a chi spalanca le porte del nostro cuore non solo alla carità, ma alla speranza che non delude. È un grazie che unisce.