SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Dodici storie di condivisione e di misericordia

C’è una firma che possiamo riconfermare ogni anno. E’ quella che dà risorse alla missione della Chiesa cattolica in Italia e nei Paesi del Terzo mondo. La destinazione dei fondi viene documentata in dettaglio nei rendiconti nazionali (https://rendiconto8xmille.chiesacattolica.it/it/newsstand/) e diocesani, oltre che nella Mappa 8xmille (https://8xmille.it/mappa-8xmille) , che geolocalizza circa 20 mila interventi ed è in continuo aggiornamento. Ecco le opere scelte per gli spot Cei 2020, in onda dal prossimo aprile. Perché –come ha detto Papa Francesco- “la carità non è un obolo, ma l’abbraccio di Dio ad ogni creatura, che coinvolge tutto il nostro essere”.
7 Marzo 2020
di ANITA RUGGIERI - foto di FRANCESCO ZIZOLA

 

ACI SANT’ANTONIO (CATANIA) “C.a.s.a” – CENTRO ACCOGLIENZA PER PERSONE SENZA DIMORA

“La speranza dei poveri non sarà mai delusa”

C’è un crocevia di carità in più ad Aci Sant’Antonio (in provincia di Catania e in diocesi di Acireale). Dà pasti e un tetto a famiglie e persone in difficoltà, e a 3 anni dall’apertura già conta oltre 13 mila pasti l’anno, un centinaio di uomini accolti (tra 20 e 70 anni, italiani e stranieri), una decina di donne che hanno trovato riparo (tra i 40 e i 60 anni). A sorpresa, a far funzionare ogni giorno docce, servizio abiti, lavanderia nella casa d’accoglienza, oltre ad un centro-ascolto mobile per gli interventi su strada tra i senza dimora, sono relativamente in pochi: un sacerdote, 4 operatori e una decina di volontari tra scout e terziari francescani. “L’idea è partita quando Papa Francesco nel 2017 ha proclamato la I Giornata mondiale dei poveri” spiega don Orazio Giuseppe Tornabene, direttore della Caritas diocesana e collaboratore pastorale nella parrocchia Madonna della Stella, ad Aci Sant’Antonio, 20 mila abitanti, a ridosso della città metropolitana di Catania. Tema era il salmo 9: “La speranza dei poveri non sarà mai delusa. La speranza dei poveri è in Dio”. “Qui rispondiamo ad una delle forme più gravi di deprivazione materiale per le persone: l’assenza di una dimora autonoma, che toglie libertà e speranza – dice il parroco – Entrano una molteplicità di nuovi poveri: dai divorziati a chi non riesce più a pagarsi l’affitto, fino ai migranti, a chi ha difficoltà psichiatriche. C’è chi raccoglie cartone e lo rivende, chi lavora in nero, badanti sulla linea della sopravvivenza”. È un tetto per ritrovare coraggio e non ripiegarsi su se stessi. Un intervento a tempo (il soggiorno è di 2 settimane) ma in una vera famiglia, un luogo di relazioni in cui essere riconosciuti e amati. “Il nostro prossimo passo è l’autosostenibilità – chiarisce il sacerdote – oltre l’8xmille, che ci ha sostenuto con 270 mila euro in un biennio. Quest’opera sollecita scelte di fraternità, evangelizza con l’amore”. Ha 36 anni don Orazio: la vocazione sacerdotale a 17, travolta poi dall’arruolamento nell’esercito, fino all’ordinazione 4 anni fa: “la vita mi ha sempre affascinato e ho finito per seguire l’Autore della vita” sorride. Oggi che è ‘operaio della messe’ incoraggia i concittadini: “Dio ci chiede molto più che essere custodi del nostro fratello, perché siamo fratelli di sangue, del sangue di Cristo che ci ha liberati dall’egoismo”.  www.caritasacireale.it

 

MODICA (RAGUSA) IL PROGETTO EDUCATIVO CRISCI RANNI
“Così i ragazzi della periferia ripensano la città”

Dal disagio all’educazione e alla festa. A Modica (in provincia di Ragusa e in diocesi di Noto), l’oratorio-laboratorio su strada Crisci Ranni contrasta la povertà educativa nei quartieri disagiati, con doposcuola, attività sociali e sportive. Ci voleva capacità di visione per far funzionare questo welfare innovativo, che oggi coinvolge tutte le scuole cittadine. 

A monte, un modo preciso della Chiesa di vedere se stessa come ‘comunità educante’, in contrapposizione alle cupe dinamiche della competizione sregolata, dell’indifferenza o dell’assistenzialismo. “Oggi raccogliere la sfida delle periferie suona familiare grazie a Papa Francesco, ma prima di lui, quando partimmo con Crisci Ranni, non era così – spiega Maurilio Assenza, tra i responsabili della Caritas diocesana – Non potevamo restare a guardare la forte dispersione scolastica del quartiere Vignazza, a Modica. Con 80 mila euro iniziali provenienti dall’8xmille, dal 2010 dislocammo il nostro presidio educativo ‘Casa Don Puglisi’ proprio nelle strade dove ce n’era più bisogno. Così i ragazzi e il quartiere sarebbero stati protagonisti”. Famiglie in povertà, storie di detenzione e degrado, minori che non mettono più piede a scuola, disturbi del linguaggio, bullismo e atti vandalici, violenze domestiche. Ma anche  bambini cercati uno per uno, tv e cellulari per una volta spenti, la tenace tessitura degli educatori. 

Il bilancio oggi è di tanti ragazzi (un centinaio seguiti direttamente, oltre 4 mila coinvolti nelle attività) capaci di raggiungere gli obiettivi scolastici e sportivi, genitori partecipi, più lontano il rischio di dipendenze. 

Al Centro lavorano 5 operatori e circa 30 volontari, che diventano 100 nei 40 giorni di Grest estivo, affollato da 250 bambini. “Il quartiere intero oggi guarda ai ragazzi con orgoglio e apprezzamento – spiega Maurilio Assenza – Molti proseguono gli studi. Basta che qualcuno di loro porti le buste della spesa ad un anziano e li riconoscono dall’attitudine: ‘quelli sono i ragazzi di Crisci Ranni’. Non immaginavamo questa crescita silenziosa. Ma l’integrazione, anche dei nuovi italiani, figli di migranti, passa dall’educazione. I sogni corali, come diceva don Tonino Bello, sono sogni divini”.  Oggi l’8xmille dà man forte con circa 50 mila euro l’anno. 

Il nome del progetto diocesano viene dall’antico rito pasquale con cui, al suono delle campane della Resurrezione, i figli venivano lanciati in alto gridando ‘diventa grande’. Un percorso di crescita basato sulle regole, radici di una comunità coesa (dicevano i latini ubi societas, ibi ius)  e pronta allo sviluppo. Il modello oggi è studiato anche in altre periferie della provincia. Se in Italia ci sono tante nuove ‘Barbiana’, una sicuramente è a Modica.  

www.caritasdiocesanadinoto.it

 


CATANZARO ALMA MATER PER L’ALLOGGIO DEI MALATI E DEI LORO FAMILIARI

Ospitalità gratuita per i pazienti lontani da casa

La solidarietà trova posto nella vita quotidiana. Casa Alma Mater a Catanzaro, nel quartiere Pontepiccolo, dal 2018 spezza la solitudine dei pendolari della salute più poveri, di chi – malati e loro familiari – vive lontano dagli ospedali dov’è in cura, specie pazienti oncologici o in terapia intensiva. L’accoglienza e la reperibilità dei 3 volontari e 4 operatori è giorno e notte, giorni festivi compresi, e va ben oltre l’alloggio. Per chi desidera, il team provvede anche all’assistenza in ospedale: “diamo ascolto, compagnia, aiuto nei pasti. Inoltre assicuriamo il trasporto, anche per i controlli periodici. Chi vuole può donare un contributo, ma l’opera è gratuita – spiega Manuela Marchio della Fondazione ‘Città solidale’, diretta da Padre Piero Puglisi e collegata alla Caritas diocesana – Dopo la diagnosi, tanti vanno incontro anche a difficoltà materiali. Nostro obiettivo è ricostruire per loro una vita il più possibile normale nel corso della terapia”. Non mancano gli incontri di auto-aiuto per i familiari o i pazienti stessi (anche su misura per l’età pediatrica) che vogliano trovare un sostegno emotivo in più, reagendo al meglio alle cure. Circa 120 gli ospiti fino ad oggi, compresi diversi minori, e 10 protocolli d’intesa con le istituzioni locali. Così, nei 5 appartamenti ricevuti in comodato gratuito dal locale Rotary Club, e sostenuti da fondi 8xmille e dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace con complessivi 175 mila euro in un biennio, tanti genitori sono potuti restare accanto ai figli.  fondazionecittasolidale.it/alma.mater/

   
ISERNIA TUTTI IN CAMPO
“Dai terreni abbandonati olio e posti di lavoro”

Dai poderi ormai incolti, donati alla Chiesa da una famiglia emigrata negli Stati Uniti, è nato l’oliveto sociale. Grazie a 100 mila euro di fondi 8xmille, don Girolamo Dello Iacono, referente regionale per il sovvenire di Abruzzo e Molise, ha risposto all’emergenza lavoro sul territorio: “riviviamo uno spopolamento simile a quello del dopoguerra, tra crisi economica e un vero grido d’aiuto per la disoccupazione – spiega – Con agronomi professionisti e i centri ascolto Caritas abbiamo individuato i profili disponibili: 20 famiglie con cittadini appartenenti a categorie protette, dunque disabili, inoccupati, ex detenuti, migranti. Poi abbiamo avviato la bonifica dei 3,5 ettari a disposizione, l’acquisto delle attrezzature e dell’impianto di irrigazione, fino alla formazione in agronomia e potatura, attraverso  borse-lavoro per i 35 candidati”.

Il territorio ha risposto con generosità: dal frantoio che ha ospitato la molatura senza costi aggiuntivi, fino ai coltivatori che per la raccolta si sono rivolti a questa manodopera stagionale. Non è mancato uno sguardo oltre l’autoconsumo, con la distribuzione delle eccedenze: così 200 famiglie hanno ricevuto parte dell’olio prodotto e il resto è stato commercializzato negli empori solidali diocesani con il marchio Tutti in campo. Infine veniva da questo progetto l’olio consacrato nella Messa crismale del Giovedì santo dello scorso anno, poi distribuito alle 48 parrocchie del territorio. “Non potevamo dare un segno di comunione più grande” dice il sacerdote. www.diocesiiserniavenafro.it/tutti-in-campo/

 

MORGANO (TREVISO) CASA RESPIRO
Sollievo al disagio mentale con un progetto a regola d’arte

“Vorrei respirare” gli dicevano genitori alle prese con depressioni, psicosi, disturbi dello spettro autistico dei figli. Che cosa avrebbe potuto fare per la sua gente? “Il territorio – spiega oggi don Mario Vanin–  deve curare se stesso con nuove terapie: inclusione e vicinanza. O gli equilibri familiari cedono”.

Incontri, 20 laboratori, l’orto sinergico, l’oasi verde lungo il fiume Sile. Poi, falegnameria, concerti, teatro e poesia: “ricostruiamo progetti di vita interrotti” spiega don Mario. Con 60 soci e volontari nel 2013 ha aperto a Morgano (Treviso), dov’è amministratore parrocchiale, Casa Respiro, crocevia di attività e cohousing per le persone con disagio psichico. Dentro, 5 stanze doppie, un appartamento e spazi collettivi. Fuori, una lunga lista d’attesa. Quante Morgano dovrebbero aprire in Italia? “Per fondi assegnati la psichiatria è a cenerentola delle Asl” dice il sacerdote. Così, da delegato della Caritas diocesana tarvisina per la sofferenza psichica, ha realizzato una struttura più leggera per dare almeno un segno di accoglienza, con i talenti delle persone riportati alla luce. “Se si vive isolati dagli altri, la solitudine è un dolore disabitato, non c’è rinascita. Con la condivisione tutto riprende vita –spiega – Con un team di professionisti puntiamo su ciò di cui le persone hanno più bisogno: cibo sano, relazioni semplici, laboratori ben fatti”. Al centro diurno 35 giovani, 6 nell’area residenziale, 400 partecipanti e progetti con le scuole. “Le cosiddette situazioni ‘lievi’ sono sempre complesse –spiega don Vanin- Parliamo di ‘co-morbilità’ perché spesso si saldano con dipendenze da alcool, gioco o droghe, causando povertà”. L’inatteso di Casa Respiro è vedere che bellezza e capacità trainano fuori dal vittimismo: ognuno è apprezzato, non più discriminato dagli sguardi, può diventare volontario a sua volta. “L’irrecuperabilità del malato è spesso nella natura del luogo che lo ospita – spiegava lo psichiatra Franco Basaglia, promotore della legge 180 (1978), la prima al mondo che de-istituzionalizzava le terapie di salute mentale chiudendo i manicomi – Dunque non dipende direttamente dalla malattia: la recuperabilità ha un prezzo, spesso molto alto, ed è quindi un fatto economico-sociale più che tecnico-scientifico”. “Il nostro unico aiuto è l’8xmille con 175 mila euro in 3 anni – scandisce don Vanin – Non abbiamo sovvenzioni pubbliche.

Ci sosteniamo con i nostri oltre 200 eventi: cena, musica, testimonianze, con un migliaio di artisti e 15 mila partecipanti. Con la cultura si mangia”. Nel menù, anche ferite dell’anima e coraggio, commensali della condizione umana. caritastarvisina.it/progetti/casa-respiro/e https://it-it.facebook.com/casarespiro/

 

 

RIMINI PROGETTO GIRO NONNI ED EMPORIO SOLIDALE
Pranzi e spesa, la comunità si mette in moto

 

Oltre 40 anziani raggiunti a domicilio per un pasto caldo e qualche ora in compagnia da oltre 20 volontari. Un progetto 8xmille da 44 mila euro annui. Dal 2001 “Giro nonni” funziona 365 giorni l’anno – spiega il direttore della Caritas diocesana Mario Galasso – Ogni incontro nel calore della propria casa spezza la povertà delle relazioni, la solitudine che fa ammalare.  Negli anni riceviamo sempre più richieste, perché il potere d’acquisto delle pensioni è in calo, si fa presto a scivolare nella fascia di povertà”. L’opera parallela è l’Emporio solidale, il supermercato gratuito a cui le famiglie in difficoltà possono accedere per un periodo su segnalazione dei centri ascolto: “l’Emporio nasce con la grande crisi del 2009, ad un tavolo sulle povertà convocato dal prefetto con tutte le istituzioni territoriali – prosegue Galasso – Oggi serve 475 famiglie in una dozzina di Comuni, con 40 volontari e circa 3.500 carrelli riempiti. Non è una spesa per sempre, ma un percorso di autonomia, tra educazione all’economia e all’alimentazione sana.  Chi ha ricevuto, spesso poi torna ad offrirsi come volontario per dire grazie”. http://www.caritas.rimini.it/​

 

 

LADISPOLI (ROMA) CENTRO SERVIZI PER LA MARGINALITÀ "SS. MARIO, MARTE E FIGLI”
Dalla mensa al poliambulatorio, un mare di carità

 

Un progetto per intercettare quante non denunciano gli abusi, per minacce, difficoltà economiche o culturali, e metterle in salvo in un’abitazione protetta. “La voce delle donne” è partito nel 2017 per raggiungere questa ‘maggioranza sommersa’ in diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti. In Italia viene denunciato solo il 19% delle violenze familiari, secondo l’Agenzia Ue per i diritti fondamentali, il 38% degli abusi psicologici e il 51% delle molestie. “La lettera pastorale del nostro vescovo Domenico Battaglia Coraggio! Alzati, ti chiama! portò ad un’analisi partecipata nei 27 comuni diocesani, tra le province di Caserta e Benevento – spiega Mirella Maturo, responsabile del progetto – Tra le povertà a cui andare incontro, spiccavano le resistenze femminili a denunciare”. Circa 50 volontarie (psicologhe, docenti) incontrarono il vescovo, decise ad agire per le troppe senza voce, “in un ambiente segnato da un diffuso degrado economico, sociale e culturale” chiarisce Maturo.  Nel 2018 aprì la Casa, ristrutturata con fondi 8xmille per 41 mila euro, che accoglie – non solo su segnalazione dei servizi sociali – donne sole o con figli, in difficoltà abitativa o economica, vittime di violenza, avviate alla prostituzione, badanti che hanno perso il lavoro, a volte professioniste economicamente autonome. Finora 21, con 24 minori.  Spesso i maltrattamenti si associano a isolamento e chiusura verso l’esterno. Nella casa un team aiuta a ritrovare cura per se stesse: dai corsi di formazione professionale (pasticcieria, orto sociale, sartoria) all’alfabetizzazione di base, compreso il doposcuola per i minori. Inoltre nei 60 Comuni del territorio funzionano un camper-centro ascolto (che ha raccolto oltre 100 richieste d’aiuto) e gli incontri con gli studenti nelle scuole. A chi fatica a ribellarsi il passaparola arriva.  In tante nei paesi, anche anziane, danno il contributo all’autonomia delle altre, per far compagnia e parlare a giovani che stanno imparando a vedere se stesse.  “È un modello innovativo di ‘casa-rifugio’, protetta dalle forze dell’ordine ma non isolata dal contesto sociale – aggiunge Fabiola Filippelli, responsabile della struttura –  La Chiesa diocesana cammina vicino a queste donne, che meritano una nuova vita. È tempo che la vergogna cambi campo”. www.diocesicerreto.it

 

 

AGRIGENTO RESTAURO DELLA CATTEDRALE DI SAN GERLANDO
Dopo 8 anni la riapertura, firmata da tutti

Una grande opera di consolidamento che ha restituito la cattedrale alla città, dopo la chiusura nel 2011. La chiesa madre di Agrigento rischiava infatti di franare per il dissesto idrogeologico del colle su cui sorge dall’ XI secolo.Nel primo cantiere l’8xmille ha contribuito con 300 mila euro, accanto ad una quota analoga da parte della diocesi e ad 800 mila della Regione siciliana. Nel secondo, con 650 mila euro, oltre a 120 mila diocesani.I fondi hanno provveduto all’ incatenamento strutturale e all’alleggerimento della struttura, fino all’ancoraggio al sottosuolo con pali a 26 metri di profondità. Dal restauro sono riemerse anche le parti medievali della basilica, ‘retablo’ di testimonianze arabo-normanne, gotiche, rinascimentali e barocche. Ora si dovrà consolidare il colle, ultimando la messa in sicurezza della cattedrale. “La lunga chiusura ha fatto perdere un punto di riferimento alla nostra gente. Tanto è più grande la gioia per la restituzione al culto” ha detto il parroco don Giuseppe Pontillo, direttore dell’Ufficio diocesano Beni culturali ed ecclesiastici. È la ripresa di un cammino nella ‘diocesi dei due mari’: la Chiesa di Agrigento fu tra le prime fondate in Sicilia all’avvento del Cristianesimo. Una storia millenaria che oggi le ‘pietre vive’ della comunità riprendono a scrivere, anche grazie alla custodia condivisa da tutti di un patrimonio d’arte e fede.cattedraleagrigento.com

 

BENEVENTO CASA RIFUGIO VILLA FIORITA
“Ancora troppe le donne rassegnate alla violenza”

Un progetto per intercettare quante non denunciano gli abusi, per minacce, difficoltà economiche o culturali, e metterle in salvo in un’abitazione protetta. “La voce delle donne” è partito nel 2017 per raggiungere questa ‘maggioranza sommersa’ in diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti. In Italia viene denunciato solo il 19% delle violenze familiari, secondo l’Agenzia Ue per i diritti fondamentali, il 38% degli abusi psicologici e il 51% delle molestie. “La lettera pastorale del nostro vescovo Domenico Battaglia Coraggio! Alzati, ti chiama! portò ad un’analisi partecipata nei 27 comuni diocesani, tra le province di Caserta e Benevento – spiega Mirella Maturo, responsabile del progetto – Tra le povertà a cui andare incontro, spiccavano le resistenze femminili a denunciare”. Circa 50 volontarie (psicologhe, docenti) incontrarono il vescovo, decise ad agire per le troppe senza voce, “in un ambiente segnato da un diffuso degrado economico, sociale e culturale” chiarisce Maturo. Nel 2018 aprì la Casa, ristrutturata con fondi 8xmille per 41 mila euro, che accoglie – non solo su segnalazione dei servizi sociali – donne sole o con figli, in difficoltà abitativa o economica, vittime di violenza, avviate alla prostituzione, badanti che hanno perso il lavoro, a volte professioniste economicamente autonome. Finora 21, con 24 minori. Spesso i maltrattamenti si associano a isolamento e chiusura verso l’esterno. Nella casa un team aiuta a ritrovare cura per se stesse: dai corsi di formazione professionale (pasticcieria, orto sociale, sartoria) all’alfabetizzazione di base, compreso il doposcuola per i minori. Inoltre nei 60 Comuni del territorio funzionano un camper-centro ascolto (che ha raccolto oltre 100 richieste d’aiuto) e gli incontri con gli studenti nelle scuole. A chi fatica a ribellarsi il passaparola arriva. In tante nei paesi, anche anziane, danno il contributo all’autonomia delle altre, per far compagnia e parlare a giovani che stanno imparando a vedere se stesse. “È un modello innovativo di ‘casa-rifugio’, protetta dalle forze dell’ordine ma non isolata dal contesto sociale – aggiunge Fabiola Filippelli, responsabile della struttura –  La Chiesa diocesana cammina vicino a queste donne, che meritano una nuova vita. È tempo che la vergogna cambi campo”.  www.diocesicerreto.it